Questo si traduce in servizi di qualità e capacità di risposta alla domanda di salute dei cittadini, già oggi riscontrabili. Ora si guarda al futuro e “si volta pagina, ponendo al centro la cura del paziente e delle loro famiglie”, ha spiegato l’assessore alla Programmazione sanitaria, Silvio Paolucci.
“Accompagnare i fragili e i cronici nel loro lungo percorso di assistenza è la vera sfida e mi aspetto molto dagli operatori, che dovranno guardare a questi pazienti con amicizia”.
Nella conferenza stampa nella sede della Presidenza della Giunta regionale, per illustrare la novità della fine del commissariamento, decisa ieri del Consiglio dei Ministri, nella seduta pomeridiana, l’assessore Paolucci ha ricordato, davanti ad una sala gremita di operatori e di collaboratori, i passaggi cruciali che hanno convinto il Governo a determinare per la Regione Abruzzo, prima in Italia e prima nella storia della legislazione vigente – come ha rilevato il sottosegretario, Vito De Filippo – la fine di un decennio di risanamenti, investimenti e confronti competitivi con la valutazione “asettica” e “rigorosa” dei Ministeri della Salute e delle Finanze.
Dopo dieci anni, l’Abruzzo può vantare oggi il titolo di benchmark per tutte le altre regioni che devono ancora completare il loro percorso di risanamento.
“Non un percorso di uscita scontato – afferma Paolucci – frutto di un duro e lungo lavoro che ci ha fatto guadagnare una premialità di 140 milioni di euro proprio per gli adempimenti Lea”.
Quindi ricorda l’azzeramento di tutti i debiti pregressi della sanità abruzzese costato 245 milioni di euro; il piano di prevenzione 2014-2018; l’istituzione del registro tumori, il percorso nascite che – come ha rimarcato – non è stato di tagli ma di maggiori investimenti in sicurezza” e, soprattutto, il nuovo Piano di riqualificazione del servizio sanitario regionale 2016-2018 che tratteggia il volto della sanità regionale, attraverso una forte semplificazione e opportuno snellimento del ricorso ai presidi ospedalieri, prevalentemente vocati alle acuzie.
Insomma, il nuovo Piano supera la visione ospedalocentrica, come ha chiarito il direttore del Dipartimento Salute della Regione Abruzzo, Angelo Muraglia, mentre De Filippo rincuora i cittadini sul buon lavoro fatto, proiettato all’erogazione di servizi di qualità e a dare risposte al diritto inalienabile di salute dei cittadini.
Con la fine del commissariamento, in sostanza, dal primo ottobre i poteri programmatori ritorneranno al Consiglio regionale, ma con il richiamo del sub commissario Giuseppe Zuccatelli, che lascia l’Abruzzo, a “non dimenticare da dove veniamo”.
Conclude Paolucci: “Con la fine del commissariamento si guarderà anche alle tasche dei cittadini per un abbassamento della pressione fiscale, soprattutto per le fasce più deboli”.
“Piuttosto che perdere tempo in superflui quanto retorici festeggiamenti per l’uscita dal commissariamento è ora che il Governo regionale si metta subito all’opera e traduca nei fatti quanto promesso da tempo ai cittadini, visto che il tempo delle scuse è ormai finito”. Questo il commento del Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, che ha così proseguito: “Dire che l’uscita dal commissariamento sia un risultato di cui essere soddisfatti mi sembra assolutamente fuori luogo visto che l’Abruzzo non è di certo una Regione nata commissariata ma lo è diventata, con il tempo, grazie ad una gestione della sanità pubblica, da parte dei governi di centro destra e di centro sinistra, non proprio esaltante. Uscire dal commissariamento – ha continuato Mercante – era il minimo che questo Governo regionale potesse e dovesse fare. Da adesso in poi si vedrà quali saranno i veri risultati di D’Alfonso e Paolucci, visto che, fino ad oggi, abbiamo assistito solo a drastici tagli di servizi, come i punti nascita, la rete dell’emergenza-urgenza, le guardie mediche, e ad un malfunzionamento generale della sanità pubblica accompagnato, per di più, da un aumento della pressione fiscale, di cui hanno fatto le spese soltanto i cittadini. “L’obiettivo, adesso – ha spiegato Mercante – è quello di riorganizzare gli ospedali, migliorare ed aumentare prestazioni e servizi eliminando i veri sprechi. Ed allo stesso tempo ridurre le aliquote irpef, fissate ai massimi livelli proprio per potare a termine il piano di rientro. Solo in questo modo – ha concluso Mercante – dando vita ad un sistema sanitario che invece di tagliare, come fatto fino ad ora, servizi in maniera indiscriminata, sia davvero attenta ai bisogni dei cittadini, sarà possibile risanare la sanità pubblica e produrre risultati concreti di cui poter essere fieri”.