Chiodi ha infatti fatto cenno a tutte le anomalie del passato, dalle spartizioni politiche delle società di gestione del bene, all’esplosione incontrollata delle assunzioni nelle stesse. “Questa era la prassi in Abruzzo – ha osservato il presidente – nell’acqua come nella sanità e nei rifiuti. Addirittura per i rifiuti, settore notoriamente dispensatore di grandi profitti, solo nella nostra regione le società gestrici sono fallite, vedi Cirsu e Sogesa”.
I sei Enti d’ambito, prevede la nuova legge, verranno liquidati successivamente alla costituzione dell’Ente d’ambito unico, la cui gestione sarà affidata ad un Commissario nominato con decreto del presidente della giunta.
Chiodi si è poi soffermato su altre fondamentali questioni per la Regione. “Mentre sta portando avanti un forte processo di risanamento (due Asl su quattro sono in pareggio di bilancio, le altre stanno seguendo lo stesso trend) – ha fatto notare – questo esecutivo sta attuando un profondo rinnovamento. Stiamo riducendo i debiti futuri degli abruzzesi, frutto di pesanti cambiali firmate in passato, ma stiamo cambiando il modello organizzativo della sanità, del sociale, dei Consorzi industriali. Una incessante azione riformatrice affinchè l’Abruzzo abbia una gestione d’insieme oculata e virtuosa non tesa ad alimentare solo le richieste di una politica politicante”.
Il Presidente ha quindi rivendicato “con orgoglio i risultati finora raggiunti, grazie anche ad una maggioranza incredibilmente compatta e determinata e ad un sostegno stupefacente dei partiti”. Chiodi ha infine citato il taglio dei 22 Enti regionali: “I restanti saranno riformati e torneranno poi alla gestione ordinaria. Sarà per necessità o per senso di responsabilità – ha concluso il presidente – che l’Abruzzo sta tornando ad essere una regione normale, considerata un unicum e non tanti improduttivi localismi territoriali”.
Il commento di Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. “Per l’ennesima volta Chiodi tenta, in modo populista e qualunquista, di gettare fumo negli occhi degli abruzzesi. Parla di riforme e di riduzione della spesa dopo aver bocciato la nostra proposta di affidare il servizio idrico alle Province: la verità è che sta tentando in ogni modo di far entrare con forza il privato nella gestione dell’acqua. Il testo è stato migliorato dal lavoro dei consiglieri Pd, ma il copione è ormai lo stesso, ovvero accentrare il potere nelle mani del clan Chiodi facendo finta di tagliare i costi. Al presidente piace una Regione che gestisce, accentra e non programma, che sminuisce il ruolo dei Comuni e che tramite le decine di commissariamenti sia in grado soddisfare ben altre logiche di potere. La nostra proposta di riforma della gestione idrica riprendeva i modelli fatti propri da Lombardia ed Emilia Romagna: Chiodi ha preferito cercare la via più breve per far crescere il suo potere”.