Non fumano ma compensano con l’alcool, mangiano poca frutta e verdura e fanno poco sport, smaltiscono troppi rifiuti in discarica e differenziano troppo poco. E’ questo il ritratto dell’abruzzese “medio” secondo il Rapporto ”Osservasalute 2010”, giunto quest’anno alla sua ottava edizione. Un’analisi approfondita dello stato di salute della popolazione e della qualità dell’assistenza sanitaria nelle Regioni italiane, presentato oggi all’Università Cattolica.
Il Rapporto è pubblicato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica di Roma, coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia, ed è il frutto del lavoro di 203 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici e economisti distribuiti su tutto il territorio italiano.
Gli indicatori di salute espressi descrivono una situazione complessivamente positiva per la popolazione abruzzese. Restano, tuttavia, da risolvere criticità centrali del sistema, come il riordino della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale, ancora carente nelle sue offerte di residenzialità e semiresidenzialità, per garantire un più corretto utilizzo degli ospedali e per perseguire il completamento del risanamento economico.
L’Abruzzo, infatti, risulta essere la Regione che ha ridotto maggiormente il numero dei ricoveri, ma è anche quella con la peggiore distribuzione della spesa sanitaria destinata all’assistenza distrettuale e ospedaliera.
Il tasso standardizzato di dimissioni ospedaliere complessivo (in regime ordinario e in day hospital)è, infatti, passato da 263,1 per 1000 nel 2005 a 199,9 per 1000 nel 2008.
Il dato preoccupante, tuttavia, è quello relativo agli utenti dei SerT: l’Abruzzo si conferma la Regione con il valore più alto, circa 4 volte la media nazionale, di utenti dei SerT per sostanze stupefacenti quali allucinogeni, amfetamine, ecstasy: 6,05 per 10.000 contro una media nazionale di 1,65 per 10.000.
Per quanto riguarda, invece, l’analisi sulla “salute” del Sistema Sanitario Regionale, emerge, tra le performance economico-finanziarie, che nel 2007 in Abruzzo il rapporto spesa/PIL è pari al 8,17%, contro un valore medio italiano di 6,59%.
La spesa sanitaria pro capite in Abruzzo è pari a 1.778 euro, a fronte di una spesa media nazionale di 1.816 euro nel 2009. Nello stesso anno in Abruzzo si registra un disavanzo pro capite di 37 €. L’Abruzzo è la Regione (tra quelle in cui aumenta la spesa procapite) che presenta l’aumento minore della spesa procapite dal 2008, segnando uno 0,28 in più contro un aumento medio nazionale dell’1,91%.
La regione, tuttavia, presenta una pessima organizzazione della spesa sanitaria: è quella che dedica la percentuale minore di spesa (42,3%) per l’assistenza distrettuale, diffusa capillarmente sul territorio.
Ma che voto danno gli abruzzesi all’assistenza ospedaliera nella loro regione? Nel biennio 2007-2009, per quanto riguarda l’assistenza medica avuta durante il ricovero, il 5,4% degli intervistati si è dichiarato poco o per niente soddisfatto.
Per quanto concerne l’assistenza infermieristica il 9,9% degli abitanti dell’Abruzzo che sono stati ricoverati si sono dichiarati poco o per nulla soddisfatti di essa. Infine per il vitto dell’ospedale il 22,6% degli abitanti dell’Abruzzo reduci da un ricovero si è dichiarato poco o per nulla soddisfatto, contro il valore medio nazionale del 26,5%.