Secondo Tomei, nel governo si erano pure levate voci autorevoli, come quella del ministro Raffaele Fitto e dei consulenti giuridici dei cinque ministeri interessati, per riportare il problema alla sua essenza: chiudere la procedura d’infrazione aperta dall’Unione europea, ripartire dalla proroga al 2015 delle attuali concessioni, aprire la strada a una norma transitoria che, pur nel rispetto delle regole della concorrenza, riconosca il valore degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari e la loro professionalità. Creando un canale preferenziale a loro favore prevedendo un ulteriore slittamento dei termini.
“Anziché cercare assieme alle associazioni d’impresa una soluzione realmente percorribile e condivisa – conclude Tomei – a Pescara alcuni esponenti politici del centrodestra, sfruttando la compiacente disponibilità di alcuni titolari di stabilimenti balneari, tra un pranzo e un brindisi, a fine gennaio hanno scelto di fare passerella, ben sapendo che certe fantasiose proposte, come la proroga al 2030 delle concessioni, avrebbero trovato l’avversione del governo che sostengono. Ora la discussione riprenda, ma su basi serie”.
Il commento del presidente Ciba Roberto Ciferni. “E’ evidente che la proposta di proroga sino al 2030 delle concessioni balneari inserito nel Milleproroghe dal Senatore Gasparri era una provocazione per sollevare il problema relativo alla Direttiva Bolkestein che ha previsto la messa al bando di tutte le concessioni balneari nel 2015. Tuttavia non pare comprensibile la polemica odierna sollevata dal responsabile regionale della Fab-Cna Tomei: forse se già nel 2006 il suo autorevole sindacato avesse intrapreso la battaglia contro quella Direttiva, oggi non dovremmo correre dietro l’emergenza per la salvezza delle nostre attività. Oggi tutti i concessionari non possono che esprimere un ringraziamento al Senatore Gasparri per il proprio impegno e per aver deciso di supportare la nostra battaglia. I concessionari balneari hanno sollecitato nei mesi scorsi un intervento tempestivo del Governo italiano per restituire serenità alle 80 concessioni demaniali e imprese aderenti al Ciba e a tutte le altre aziende del territorio che vedono l’arrivo del 2015 come una mannaia perché è impossibile pensare che tra quattro anni l’Europa pretenda di cancellare imprese che lavorano da quaranta o cinquant’anni, senza considerare che le nostre attività rappresentano la crescita dell’economia locale e regionale. Oggi è necessario ottenere una deroga alla normativa Bolkestein, nella quale ci ha inopportunamente inseriti nel 2006 il Governo Prodi, per tutelare le imprese esistenti, anche da eventuali infiltrazioni mafiose legate inevitabilmente a investimenti di origine poco chiara. E’ assurdo pensare che tra quattro anni tutte le nostre aziende andranno all’asta, cancellando un pezzo di storia del nostro litorale, senza considerare tutti gli operatori del mare che hanno effettuato investimenti ingenti sulla spiaggia contraendo mutui ancora aperti. E’ evidente che a ridosso del 2015, dinanzi alla convocazione delle aste, gli Istituti di credito chiederanno agli imprenditori di far rientrare l’intero prestito non potendo più fare affidamento sulla concessione utilizzata quale garanzia. Nel corso del vertice con il senatore Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, lo scorso 28 gennaio, il Ciba ha sottolineato che una delle soluzioni potrebbe essere l’esclusione delle concessioni balneari dalla Direttiva stessa la quale ha previsto che, se un servizio è di ‘interesse nazionale’, un Paese può chiederne l’esclusione entro dicembre 2011 e poi ripetere tale richiesta ciclicamente ogni tre anni. Il Governo italiano ha già chiesto e ottenuto tale esclusione per alcune categorie come i farmacisti, i servizi portuali, i notai, gli edicolanti, ora si stanno muovendo anche per i tassisti. E’ chiaro dunque che tale strada è percorribile anche per le concessioni balneari considerando la rilevanza che ha per l’Italia intera il turismo balneare puntando sulle aziende storiche che hanno creato tale turismo. Noi chiediamo al Governo di cercare la strada per salvaguardare le nostre aziende, perché la politica liberista non è liberale e le aziende esistenti sul nostro territorio non possono essere cancellate in virtù di qualsivoglia principio europeo perché le nostre aziende esistevano prima che tale principio fosse concepito in Europa. E il Senatore Gasparri ha ascoltato le nostre istanze, facendosene portavoce anche con un’iniziativa che subito ha definito egli stesso provocatoria, firmando con i Senatori Di Stefano, Tancredi e Quagliarello l’emendamento al Milleproroghe per spostare il termine dal 2015 al 2030, ovviamente una provocazione, visto che nel Milleproroghe si richiedeva di proporre proroghe di 12, massimo 24 mesi. Ma l’iniziativa aveva l’obiettivo di sollevare l’attenzione del Governo sulla tematica. E non comprendiamo l’astio manifestato quest’oggi dal segretario Tomei che piuttosto dovrebbe accogliere con benevolenza qualunque attività e azione fosse tesa a sostenere le attività balneari, e non aprire fronti di scontro politico che nulla devono avere a che fare con la vicenda. Non solo: lo stesso Senatore Gasparri durante l’incontro ha annunciato altre iniziative, ossia la soluzione del contenzioso aperto con l’Europa sulle proroghe concesse, tutte impugnate, e nel frattempo promuovere la fuoriscita delle concessioni balneari dalla Direttiva Bolkestein. Forse se il segretario Tomei avesse profuso il proprio impegno già dal 2006 contro la Direttiva Bolkestein, dimostrando la stessa forza polemica odierna, oggi non saremmo costretti a una battaglia disperata per tentare di salvare le nostre imprese”.