Impresa e lavoro: Chiodi plaude al progresso dell’Abruzzo

rapporto_lavoroC’è un Abruzzo in profonda crisi e ce n’è un altro che guarda avanti con ottimismo, riconoscendo grandi progressi nel quadro occupazionale ed imprenditoriale. Il primo viene portato alla ribalta ogni giorno dalle organizzazioni sindacali e dalle notizie che raccontano di aziende in crisi e centinaia di lavoratori in cassa integrazione. Il secondo è quello che ha raccontato il presidente Gianni Chiodi, che questa mattina ha aperto a Teramo, nella Sala Polifunzionale della Provincia, il convegno di presentazione del Rapporto sull’Impresa e Lavoro.

“Confrontando i dati riferiti al periodo che va dal giugno 2009 allo stesso mese del 2010, forniti dal quarto rapporto INPS ed Abruzzo Lavoro, che inquadra la situazione occupazionale ed imprenditoriale abruzzese, riconosco un progresso” ha detto Chiodi. “Sono dati incoraggianti dopo periodi negativi, ma dobbiamo essere vigili: ormai l’economia è globalizzata, quel che accade in Cina influenza molto di più il nostro sviluppo rispetto a quel che potrebbe fare una legge nazionale o regionale. Il mondo occidentale rischia di non essere competitivo verso il mondo dei paesi emergenti”.

Segnali di ripresa sono stati evidenziati anche dal presidente della Provincia Valter Catarra. “Piccole e piccolissime aziende combinate con la presenza di medie imprese d’eccellenza” ha detto “rappresentano la leva sulla quale pubblico e privato, parti sociali e lavoratori, devono fare forza per superare le fragilità di un sistema produttivo pure rilevato nel Rapporto. In una situazione occupazionale in calo aumenta però la consistenza delle imprese, aumentano le ore di cassa integrazione ma aumentano anche gli avviati al lavoro: a Teramo e a L’Aquila, fra il 2009 e il 2010 si avvia il maggior numero di lavoratori abruzzesi: siamo secondi attorno al 65,7%%. Non si può sottacere che si tratta spesso di lavoro precario; una tendenza, questa della consistente fetta di lavoro a termine, che a Teramo si registra marcatamente già da 4/5 anni”.

In provincia di Teramo, aumenta la consistenza delle imprese dello 0,3% (+ 25 aziende) in una situazione occupazionale negativa (- 2.356 lavoratori, pari a – 3,8%). Accade il contrario a Pescara (+ 7% lavoratori, – 0,7% aziende) mentre a Chieti diminuisce sia il numero delle imprese (- 2%) sia quello dei lavoratori (- 4,7%).

“Anche il dato sulla cassa integrazione straordinaria” ha aggiunto Catarra “spesso richiamato dalle parti sociali, anche se in assoluto rappresenta un dato negativo, d’altro canto testimonia la risposta immediata e diretta della Provincia e della Regione, che su questo hanno lavorato in perfetta sinergia. Siamo fra le poche Province italiane a provvedere all’anticipazione della cassa integrazione ai lavoratori: siamo a quota 1 milione e 350 mila euro”.

Dal Rapporto, infatti, emerge una crescita del 3% del numero della aziende del comparto privato che rivela “incoraggianti segnali di ripresa”, mentre quello degli addetti si attesta all’1,5%. La presenza dei lavoratori autonomi dell’artigianato, inoltre, è cresciuta dell’1%, quella del commercio del 2%. La Provincia di L’Aquila recupera con una crescita rispetto al 2009 di 1.272 imprese e di 5.783 posti di lavoro.

“Finalmente dei dati seri” ha dichiarato l’assessore regionale Paolo Gatti, al quale sono state affidate le conclusioni “che, fra luci e ombre, ci dicono che c’è una ripresa nella zona del cratere e anche nel teramano. In Abruzzo in questi anni ci siamo stretti a difesa della pace sociale grazie all’utilizzo condiviso con le parti sociali di 190 milioni di ammortizzatori in deroga. Abbiamo cercato di stimolare, dove possibile, la voglia di impresa e di lavoro che pure c’è e pervade la nostra società recuperando risorse europee prima disimpegnate e realizzando con quei fondi 2.700 opportunità di lavoro”.

Sul sociale “abbiamo speso e non disimpegnato altri fondi della vecchia programmazione del Fondo Sociale Europeo e scritto il nuovo Piano, che prevede 134 milioni di euro destinati alla voglia di ripresa della nostra Regione. Stiamo disboscando quella selva di norme che ingabbia la voglia di impresa e di lavoro e presto presenteremo la nostra proposta del libro unico del Welfare Regionale. Stiamo cercando di unire il mondo della ricerca e della impresa, spesso distanti e distinti, a collaborare insieme e vogliamo convincere i giovani e le loro famiglie che la cultura non è solo speculazione filosofica, ma anche conoscenza tecnica e manuale e per questo abbiamo creduto negli ITS, incentiviamo la ricerca e il trasferimento tecnologico, sosteniamo la nascita di start-up’. In quella trincea che è l’assessorato al Lavoro vi posso garantire che, spaziando lo sguardo ai numeri e alle condizioni, non solo della nostra Regione, ma dell’intero globo, quando trimestralmente arrivano i dati dell’Istat sull’occupazione, tiro un sospiro di sollievo. Non siamo la Germania del divieto di sforamento del deficit scritto in Costituzione, della riscrittura dei contratti di lavoro avvenuta all’inizio degli anni 2000 e della crescita del Pil al 3,6% grazie a quelle scelte; ma non siamo neanche la Spagna della disoccupazione oltre il 20%. Siamo la Regione che tiene lontane le percentuali a doppia cifra del mezzogiorno, dove lo stimolo all’occupazione femminile, sostenuto dai nostri progetti, ha prodotto nell’ultimo trimestre il più alto numero di donne al lavoro da prima della crisi, ben 198mila”.

Insomma, Gatti si ritiene soddisfatto del lavoro fatto finora a livello regionale e non dimentica di togliersi, in conclusione, un sassolino dalla scarpa. Il suo messaggio è chiaramente diretto al capogruppo dell’IdV, Carlo Costantini, che nei giorni scorsi aveva parlato della scarsa capacità di spesa dei fondi europei da parte della Regione Abruzzo. “L’opposizione dovrebbe avere la bontà di recuperare i dati aggiornati” ha detto l’assessore regionale “ma la cosa importante è che nessuno dovrebbe compiacersi se qualcosa non va, al contrario tutti dovrebbero rimboccarsi le maniche. Da parte nostra faremo sempre di più e come sempre, in accordo con le parti sociali e datoriali, superando gli antichi steccati. In questo momento difficile l’Abruzzo ha bisogno di unità, non possiamo permetterci di rimanere separati”.

 

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