Questa la denuncia sollevata dal Consigliere regionale, Mauro Febbo (FI), che aggiunge di “aver appreso che sette vivai regionali sono da più di un anno senza operai e quindi in uno stato di totale decadimento e deterioramento come anche i quindici mila ettari di bosco demaniale che insieme rivestono un ruolo di fondamentale importanza per la tutela e la gestione della biodiversità forestale e vegetale per il settore ambientale e agricolo abruzzese.
Negli ultimi anni – spiega Febbo – collaborando e lavorando insieme al Corpo forestale dello Stato, al Servizio Fitosanitario della Direzione Politiche Agricole e all’Università dell’Aquila, vi è stato una vera propria riorganizzazione del sistema vivaistico con la costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico con l’obbiettivo di incidere in una profonda e organica ristrutturazione dell’intero apparato regionale di settore.
La Giunta regionale – aggiunge Febbo – il 01/06/2013 con la Dg n.364 ha stanziato 200 mila euro per l’assunzione di personale a tempo determinato da destinare alla manutenzione, organizzazione e cura dei vivai forestali regionali visto lo stato di completo abbandono in cui versano.
“Ad oggi – continua il Consigliere – purtroppo ancora non vengono sbloccate e messe a disposizioni le somme previste per l’anno 2016 con il paventato rischio di distruggere un patrimonio arborio, immobiliare e ambientale di immenso valore.
In questi anni i vivai hanno ricoperto per la Regione Abruzzo un ruolo fondamentale come la produzione di materiale di propagazione destinato alla realizzazione di rimboschimento, rinfoltimenti, recuperi ambientali, impianti di arboricoltura da legno, verde pubblico e privato e tartufaie; inoltre producono materiale vivaistico per la conservazione e diffusione del patrimonio genetico vegetale regionale; la fornitura gratuita ai Comuni delle piante;
infine i vivai forestali Regionali coprono, in virtù della loro dislocazione territoriale, tutte le fasce fitoclimatiche della Regione e sono pertanto potenzialmente in grado di produrre essenze adatte alle diverse esigenze ambientali di un territorio orograficametne e climaticametne disomogeneo”.
“Pertanto – conclude Febbo – si ponga immediatamente rimedio allo stato di abbandono, incuria e trascuratezza in cui i sette vivai si trovano e si concluda rapidamente il lavoro avviato di riordino dei vivai regionali prima di causare un danno irreparabile”.