Secondo l’assessore, si tratta di un “automatismo che comporta per tutti la semplice elevazione della retribuzione di anzianità al livello più alto previsto per i dipendenti regionali, un privilegio non fondato sui singoli meriti, che alla Regione rischia di costare troppo rispetto alle situazioni reali di bilancio. Abrogare questo automatismo della RIA è certamente impopolare, se si tiene conto delle aspettative dei singoli dipendenti. Ma noi dobbiamo guardare principalmente alle esigenze di bilancio, non possiamo rubare altro futuro alle nuove generazioni lasciando loro altri debiti da pagare. Credo che tutti i consiglieri e tutte le forze politiche, interessate non alla demagogia ma al futuro della nostra Regione, dovranno appoggiare la nostra decisione di abrogare la parte distorsiva della RIA, provvedimento che, ovviamente, farà salvi i diritti acquisiti con sentenza passata in giudicato. Chi preferisce cavalcare la facile demagogia del momento, dovrà anche spiegare che, per tutelare il privilegio di pochi, espone tutta la Regione a gravissimi problemi finanziari che peseranno su tutti i cittadini abruzzesi. Noi preferiamo, invece, affrontare l’impopolarità di questa decisione e puntiamo a risparmiare, come stiamo già facendo, sui costi della macchina burocratica regionale, tagliando i dirigenti e razionalizzando, cioè tagliando altre spese. Questi ed altri risparmi li investiremo sul personale: non concederemo loro privilegi tipici di quelle stagioni ormai passate, ma investiremo sulla formazione e sul merito, cioè riserveremo al nostro personale percorsi di vera qualificazione che consentiranno di premiare il loro merito e le loro singole capacità che sono notevoli ma ancora oggi non sempre riconosciuti”.