“Ho voluto interrompere un malcostume della politica” ha detto Chiodi “per il quale i criteri di valutazione sono sottoposti ad un eccesso di discrezionalità. Con il nostro metodo tutto è più chiaro: gli obiettivi o si raggiungono o non si raggiungono“.
Quindici in totale gli obiettivi posti, sette per il livello economico-finanziario e strumentale, otto per il livello di salute. Tra i primi vi è la razionalizzazione della rete di assistenza sanitaria, ovvero dei primariati, il rispetto dei tetti di spesa per il personale e per la spesa farmaceutica, sia territoriale che ospedaliera. A seguire, il rispetto del tetto di spesa per i beni e servizi di tipo non sanitario che dovrebbe subire una decurtazione che si muove tra il 16 e il 19%. Altri obiettivi sono la capacità di adottare gli strumenti di programmazione 2012 entro i termini fissati dalla Giunta, e la conclusione della fase legata agli interventi strutturali, ex art. 20, per i quali risultano esauriti i termini contrattuali. Un aspetto importante “per intervenire prontamente nelle decisioni” è il miglioramento dei flussi informativi.
Per quanto riguarda gli obiettivi di salute in primo luogo ci sono quelli riferiti all’appropriatezza e alla legittimità delle prestazioni sanitarie, che devono essere ridotte del 10% sul totale delle cartelle cliniche, segue l’obiettivo di riduzione della mobilità passiva del 20% sugli interventi ordinari e del 30% sulla specialistica ambulatoriale, quella cosiddetta ad alto rischio di inappropriatezza. C’è poi l’attivazione di almeno quattro percorsi diagnostici e terapeutici, due per l’area oncologica e due la cardiovascolare, cause primarie di mortalità, la riduzione dei ricoveri al pronto soccorso del 10%, l’attivazione del Piano regionale della prevenzione 2012/2013, il rispetto delle percentuali di prescrizione dei farmaci generici, l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci e l’incremento delle cure domiciliari in favore degli ultrasessantacinquenni del 3,5% sul valore riferito al 2011. Il punteggio per singolo obiettivo è pari a 10 in caso di pieno raggiungimento degli scopi, di 0 punti anche se solo parzialmente colti. Il punteggio totale massimo è di 150 punti, di cui 30 attribuibili su obiettivi derivanti dall’applicazione di norme nazionali.
“Sia chiaro” ha precisato il governatore “se si ottiene un punteggio di 90 cui si aggiungessero cinque zeri la prestazione del manager sarebbe da ritenersi insufficiente. Il metodo che proponiamo può essere sindacato da chiunque ma soprattutto si comincia a far emergere un principio di meritocrazia. Siamo una regione indietro di 10, in qualche caso, anche di 20 anni nella pianificazione normativa, c’è la necessità di agganciare le altre regioni”.
Secondo Chiodi all’Abruzzo viene chiesto di “raggiungere un equilibrio, ovvero limitarsi a spendere solo quello che viene ripartito dal fondo sanitario nazionale. Il nostro trend è positivo ma abbiamo un debito pregresso passato da 500 milioni a quattro miliardi di euro. Un Titanic di fronte al Federalismo“.
Il commento di Carlo Costantini (Idv).
“La natura stringente e vincolante degli obiettivi da assegnare ai manager delle Asl e la possibilità di rescindere i contratti, in caso di mancato raggiungimento, presuppongono un quadro normativo ed organizzativo completamente diverso da quello attuale. Attualmente i Direttori generali subiscono passivamente la programmazione (che fanno Chiodi e la Baraldi) e subiscono passivamente e periodicamente anche gli sconquassi e gli stravolgimenti della programmazione, determinati a volte dai Tribunali, a volte direttamente dagli stessi Chiodi e Baraldi. Chi potrà mai affermare, in un simile contesto, che un obiettivo non viene raggiunto per colpa di un manager? La verità è che Chiodi continua a vendere fumo, ma ormai tanti se ne sono accorti”.