Abruzzo. Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, ha deciso di impugnare la legge regionale (n. 49 del 2010) sul personale. In particolare sono finiti sotto osservazione gli articoli 5, 11 e 12, impugnandoli in quanto non rispettosi dei limiti imposti dal d.l. n. 78/2010, volti al contenimento della spesa pubblica, in particolare alla spesa rivolta all’assunzione di nuovo personale. L’articolo 11 in modo particolare, nel prevedere una procedura selettiva per la copertura di posti a tempo determinato e nel riservare il 50% dei posti per il personale che ha svolto attività lavorativa a tempo determinato presso l’amministrazione regionale, si pone in contrasto anche con l’art. 36 del d. lgs. n. 165/2001, che prevede il ricorso a tali forme contrattuali soltanto in situazioni eccezionali e temporanee, violando la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile di cui all’art. 117, comma 2, lett. l) della Cost.
Assessore Carpineta: impugnati solo aspetti formali. ”Condivido la cautela del governo alla luce del difficile momento economico che si sta vivendo in ambito nazionale ed internazionale ma non c’e’ da essere assolutamente allarmati poiché l’impugnativa del Consiglio dei ministri riguarda solo aspetti formali che verranno chiariti al più presto direttamente con il ministro Fitto”. Lo ha affermato l’assessore al personale, Federica Carpineta, in merito all’impugnazione da parte del Governo degli articoli 5, 11 e 12 della legge 49 del 2010, relativamente alla spesa rivolta all’assunzione di nuovo personale. ”L’obiettivo primario – ha aggiunto l’assessore Carpineta – nell’ottica della politica di rigore e di razionalizzazione delle spese che stiamo perseguendo, rimane quello di salvaguardare gli interessi dell’amministrazione e dei dipendenti nel rispetto della normativa nazionale. Per cui, qualora lo si ritenesse necessario, – ha proseguito l’assessore – siamo comunque pronti a tornare in Consiglio regionale per adeguarci alle prescrizioni del governo esplicitando il riferimento normativo richiestoci. In ogni caso – ha concluso – mi preme sottolineare che l’impugnativa della legge 49, rivolta esclusivamente a questione di carattere formale, non entra affatto nel merito del provvedimento il cui impianto rimane, quindi, valido nella sostanza”.