Tale errata informazione ha determinato, di rimbalzo, una ridda di calunnie, allarmi e più gravi falsità da parte di chi dice di occuparsi della tutela delle acque e unisce invece all’ignoranza dei temi per i quali sfoggia competenza e saccenteria, una prassi di speculazione politica e diffamazione nei riguardi delle istituzioni.
Per talune di queste gravissime e infamanti affermazioni postate sui social-media, Arta si riserva di inoltrare formale denuncia-querela in difesa della dignità dell’Istituzione e dei propri operatori che con professionalità e rigore si prodigano incessantemente per l’applicazione, alla lettera, delle leggi e delle procedure tecnico-analitiche a tutela della salute pubblica.
Di quanto letto su Facebook segnaliamo le seguenti menzogne:
a) “L’acido peracetico verrebbe usato poco prima (48 ore) dei campionamenti delle acque di balneazione”;
2) Arta non avvisa alcun soggetto dei controlli, che per legge sono effettuati sui grandi impianti di depurazione mediamente due volte al mese, senza date né orari precisi, utilizzando un campionatore automatico, con prelievi sia istantanei che protratti per 24 ore. L’avviso sarebbe persino inutile, vista la frequenza elevata dei sopralluoghi. L’affermazione, diffamatoria, è dunque priva di fondamento.
3) Per quanto riguarda il fare il bagno negli altri giorni nelle acque batteriche fluviali, l’infondatezza è dimostrata dal numero delle volte in cui Arta ha fornito risultati analitici che hanno imposto l’emissione di ordinanze di divieto di balneazione da parte dei sindaci.
4) Sull’ultimo punto ribadiamo che Arta non ha interessi, agisce con rigore e terzietà, non deve “accontentare” né i sindaci, né i balneatori e nemmeno chi fa politica su questi temi. L’unico interesse dell’Agenzia è la tutela della salute e dell’ambiente, che l’Agenzia persegue con rigore scientifico applicando le norme cautelative esistenti e ad essa demandate’, si legge in una nota dell’Arta Abruzzo.