Destinatario del messaggio il governatore Gianni Chiodi. “Gli chiediamo di porre fine alle polemiche e di aprire un tavolo con il governo nazionale sul quale portare la situazione dell’Abruzzo” aggiunge Peretti.
Perché per l’Ugl quello appena concluso è stato il biennio più nero per l’Abruzzo. Le criticità della regione si sono addirittura accentuate. La tesi viene supportata con una serie impressionante di dati forniti dal centro studi nazionale del sindacato. Niente affatto confortanti per la verità, ma necessari per fotografare la situazione di una regione in sofferenza, dove la crisi si avverte più che in altre regioni.
L’Abruzzo non è una regione per giovani. Attualmente ogni 100 bambini e ragazzi con meno di 14 anni, ci sono 136 anziani con più di 65 anni. E saranno 285 nel 2050. Questo farà crescere ulteriormente la necessità di assistenza sanitaria, che già assorbe i due terzi dell’intero bilancio regionale.
La carente copertura territoriale dei servizi all’infanzia – di cinque punti inferiore alla media nazionale (69% contro 74%) – colpisce soprattutto le donne lavoratrici. “In Abruzzo ad esempio non esiste il concetto di asilo nido aziendale, come accade invece in altre regioni” aggiunge Peretti.
Un tessuto produttivo debole – con mortalità d’impresa superiore alla natalità -, stipendi sensibilmente sotto la media nazionale, un diffuso disagio legato alla criminalità accrescono la sensazione di difficoltà. Che trova clamorosa conferma nell’enorme utilizzo degli ammortizzatori sociali – soprattutto cassa integrazione straordinaria e cassa integrazione in deroga – quest’ultima aumentata addirittura del 1374% negli ultimi tre anni.
Fino ad arrivare al tasto dolente. Con oltre 3.100 euro per abitante, l’Abruzzo è la regione con la spesa per la sanità più alta d’Italia a persona. Per quanto riguarda la dotazione di strutture e macchinari, in Abruzzo è presente una Tac ogni 41.708 residenti – la media nazionale è di una ogni 39.246 residenti – e i tavoli operatori attivi sono uno ogni 7.456 residenti, contro una media nazionale di uno ogni 6.087.
“Abbiamo servizi sanitari inferiori ma più posti letto. Ciò significa che il sistema è da riorganizzare. Bisogna razionalizzare e ridistribuire le risorse, migliorare i servizi” afferma ancora Peretti. “I soldi vengono spesi male” aggiunge il segretario provinciale di Pescara Gianna De Amicis.
Famiglia, tagli alle spese, occupazione e ricostruzione. Questa la ricetta dell’Ugl per fare dell’anno appena iniziato un anno di svolta.
La pressione fiscale va ridistribuita in maniera più equa, cominciando con l’introduzione del quoziente familiare. “A breve le regioni dovranno gestire il federalismo fiscale. Chiediamo a Chiodi che la regione adotti interventi a tutela dei territori e delle fasce sociali più deboli, come le famiglie monoreddito” prosegue Peretti. “Che attualmente pagano più di quelle con due redditi”.
Poi – per il sindacato – bisogna accelerare l’opera di riduzione e razionalizzazione delle società partecipate e degli enti strumentali. “Nonostante una campagna elettorale giocata da Chiodi anche su questo tema, ancora oggi sul territorio abruzzese insistono più di duecento sedi che costano moltissimo alla collettività” ricorda il segretario regionale.
Terzo punto gli incentivi all’occupazione. La proposta prevede di destinare i fondi Fas a occupazione ed economia, piuttosto che utilizzarli per tappare la falla recentemente scoperta nel bilancio regionale. Questo – per l’Ugl – potrebbe avvenire attraverso un mutuo totale con il governo nazionale.
Apprezzata la campagna “Lavorare in Abruzzo” che ha prodotto migliaia di nuovi posti di lavoro e che dovrebbe essere ripetuta ed estesa. Ma a Chiodi si chiede anche di dare seguito alla proposta del Patto per lo sviluppo dell’Abruzzo, sottoscritto da tutte le associazioni datoriali, categoriali e sindacali della regione. Per ottenere un immediato incontro con il governo nazionale al quale sottoporre le questioni indicate nella Vertenza Abruzzo.
E infine priorità assoluta alla ricostruzione dell’Aquila. Dopo un 2009 nel quale l’emergenza post-sisma è stata gestita positivamente, il 2010 è stato un anno trascorso nel quasi totale immobilismo dal punto di vista della ricostruzione pesante.
Ancora critica la posizione del sindacato. “Sebbene promesso da più parti” si legge nel comunicato “nulla è stato fatto per favorire la ripresa economica di un territorio che era in grave difficoltà già prima del sisma”. Considerata indispensabile l’immediata applicazione della Zona franca urbana, “sbandierata” da circa due anni ma di cui, ad oggi, non si conoscono ancora i reali tempi di attuazione.
L’ultimo appello è per la qualità della vita. Per Gianna De Amicis “in Abruzzo è abbastanza scadente. Oltre al Pil, anche la tendenza dei servizi è negativa. I pesanti tagli vanno a colpire sempre le fasce più deboli della società, come anziani e bambini”.
È poi di Leonardo De Gregorio, segretario provinciale Chieti, l’invito alle istituzioni a mettere in atto rinvigorite politiche industriali per il rilancio dei distretti della provincia teatina.
Pierluigi Farnese