Pescara. Un paio di pantaloni potrebbero mai essere considerati come ‘strumento ‘politico’? Difficile a credersi, ma considerando che a foderare le poltrone degli scranni, anche quelli del Consiglio regionale, ci sono centinaia di questi capi sartoriali, un imprenditore abruzzese del settore, Maurizio Caucci, osa la provocazione: donare pantaloni d’alta sartoria ai consiglieri per lanciare il grido d’allarme sul comparto manifatturiero.
E’ avvenuto oggi, nel corso di una conferenza stampa tenuta presso il Tabacchi Jazz di via Delle Caserme, dove il titolare dell’azienda con sede a Garrufo di S.Omero (Te) ha omaggiato il Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano e il consigliere Emiliano Di Matteo di un paio di pantaloni “cuciti addosso ai nostri governanti, perché siano loro i primi testimonial del Made in Abruzzo”, spiega Caucci. Presenti, ed omaggiati, tanti altri esponenti dell’emiciclo regionale, Castiglione, Masci, Sospiri, Verì; non un regalo natalizio fuori tempo massimo, ma un’iniziativa provocatoria, lanciata dall’impresa vibratiano ai vertici della moda nazionale, per chiedere soccorso alla politica in un momento di forte crisi per l’intero settore manifatturiero nazionale, e ancor di più regionale. “In un momento in cui molti, in difficoltà, stanno alla finestra a guardare, vogliamo dimostrare ai politici che l’impresa manifatturiera ha voglia di investire e di fare progetti, ma abbiamo bisogno che le istituzioni dimostrino il loro entusiasmo e ci diano il loro apporto”. Per questo il marchio Re-Hash, ha riorganizzato la sua industria trentennale in una filiera interamente abruzzese, per creare un prodotto di qualità, d’eccellenza, ma soprattutto interamente Made in Abruzzo.
E la politica risponde: il consigliere Di Matteo ha annunciato: “A giorni presenteremo un Disegno di Legge per la tutela del marchio Made in Abruzzo, affinché attraverso l’eccellenza qualitativa, l’Abruzzo, e i polmoni produttivi come le aziende della Val Vibrata, possano aggredire i mercati di nicchia e riconquistare anche i vertici economici internazionali”. Una scelta, forse, tardiva, dato che numerose aziende della regione hanno già ‘svenduto’ le proprie linee produttive ad imprese estere o le restanti hanno intrapreso la rapida via della delocalizzazione: “Tardi, ma non troppo”, corregge Di Matteo, “questa legge premierà le aziende che traggono e concedono benefici al territorio al quale si legano e che sostengono l’economia e l’occupazione della Regione”. “Il nostro territorio deve essere un valore aggiunto”, aggiunge il Presidente Pagano, “Non possiamo competere quantitativamente con mercati enormi come la Cina, ma possiamo e dobbiamo esportare la qualità dei nostri prodotti, allo stesso modo in cui esportiamo le nostre eccellenze turistiche, gastronomiche e culturali”.
Un tentativo, questo, “per uscire dalla crisi facendo leva sulla qualità”, prosegue Pagano, “esportando l’alta moda abruzzese, così come già fatto con la rete europea del Polo d’alta moda dell’area Vestina”, conclude.
Daniele Galli