In base a quanto scritto nel Piano regionale dei rifiuti, approvato nel 2007, inoltre, se ne potrebbe realizzare uno a gestione pubblica, che potrà smaltire un massimo di 170mila tonnellate annue di rifiuti. “E allora” si domandano i consiglieri dell’IdV “perché Piccone ed i suoi parenti vogliono regalarci ben tre impianti nella Marsica? Semplice: perché lo Stato accorda a chi produce energia da fonti rinnovabili incentivi finanziari che rendono economicamente vantaggioso un impianto che vantaggioso non è, tanto che a pagare saranno sempre i cittadini con le loro quote sulle bollette elettriche. Fermiamoci quando siamo ancora in tempo e non facciamo incancrenire una situazione già difficile, fino al punto da renderla emergenziale, soltanto per poter poi intervenire con i poteri dell’emergenza. Non si faccia, per i rifiuti, quello che è accaduto per la Sanità! E’ urgente adottare tutte le misure, di promozione, di educazione, ma anche coercitive se necessario, per avere in Abruzzo una vera raccolta differenziata; si recuperino i materiali riciclabili e si eviti a Chiodi di incendiare, come un novello Nerone, i rifiuti d’Abruzzo, che produrranno utili e profitti solo per pochi e diossina per tutti”.