A far parlare maggiormente di sé sono la città ovidiana e Lanciano. Nella prima la candidata di Forza Italia Elisabetta Bianchi (7,27% al primo turno) si è apparentata con Bruno Di Masci espressione del centrosinistra. Una coalizione, la sua, composta da 8 liste civiche ma appoggiata, seppur senza simbolo, dal Pd. La senatrice dem Stefania Pezzopane sin da subito aveva dato il suo placet alla candidatura di Di Masci che dovrà vedersela con la coalizione civica guidata da Annamaria Casini ispirata dall’assessore regionale Andrea Gerosolimo. L’accordo con la Bianchi che ha avuto come “sponsor” la senatrice di Forza Italia Paola Pelino, ha creato una forte spaccatura all’interno del partito di Berlusconi. Solo con questo apparentamento la Bianchi potrà sedere sui banchi del Consiglio e se dovesse vincere Di Masci gli scranni saranno due. Un apparentamento “contro natura” per il capogruppo di Fi alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e per i consiglieri regionali Paolo Gatti e Mauro Febbo. Per la Casini, che aveva ottenuto il 44,75% dei consensi a fronte del 26.16 riportato da Di Masci, si tratta di “Fantapolitica”.
A Lanciano non sono mancati aspri commenti per l’apparentamento tra il candidato del centrodestra Errico D’Amico (37,87%) con Tonia Paolucci presentatasi con tre civiche più Casapound rimasta fuori dal ballottaggio col 22,67% dei voti. Questo accordo ha avuto echi nazionali. La sfida è col sindaco uscente di centrosinistra Mario Pupillo che al primo turno aveva raggiunto il 39,47%. Se dovesse vincere D’Amico in Consiglio entrerà anche il responsabile cittadino di Casapound Nico Barone. L’accordo è stato contestato da più parti e i parlamentari del centrosinistra abruzzese hanno inviato un appello ai presidenti di Camera e Senato affinché “uniscano la loro autorevole voce, per stigmatizzare questa alleanza, a quella dell’Anpi e a quella di quanti vivono questa scelta come uno schiaffo alla memoria”. Lanciano è insignita della Medaglia d’Oro al Valor Militare. Per i deputati, D’Amico ha stretto un’alleanza con “la destra più nera, con i ‘bravi ragazzi’ del saluto romano, della xenofobia”.
Nessun apparentamento a Roseto dove il candidato sindaco uscente di centrodestra Enio Pavone (34,90%) sfiderà l’antagonista del centrosinistra Sabatino Di Girolamo (35,95%). Quest’ultimo, tuttavia, potrà contare sull’appoggio della coalizione #amoreroseto che con la candidata Rosaria Ciancaione, presentatasi con sei civiche, aveva ottenuto il 29,13 per cento dei voti.
Nessun accordo, infine, anche a Vasto. La sfida è tra Massimo Desiati del centrodestra (34,28%) e Francesco Menna del centrosinistra (33,21%), candidato sindaco che aveva cercato, senza riuscirci, un’alleanza con la candidata del Movimento 5 Stelle Ludovica Cieri alla quale, forte del suo 20,25% dei consensi ottenuti il 5 giugno, aveva offerto la presidenza del Consiglio comunale. Menna potrà comunque contare sul sostegno del candidato sindaco delle liste Democrazia cristiana e ‘Vasto la mossa giusta’ Massimiliano Montemurro, 2,69% dei voti al primo turno. Il patto è stato formalizzato ieri con una stretta di mano tra i due candidati.