Marco Pannella si è spento nel primo pomeriggio in una clinica romana.
Pannella scompare all’età di 86 anni, dopo aver qualche giorno fa ricevuto la cittadinanza onoraria a Teramo.
Da anni lottava contro due tumori, ai polmoni ed al fegato. I medici, dopo l’ultimo ricovero, non avevano più dato speranze.
E’ con una camera ardente nella sala consiliare del Comune che la città di Teramo saluterà domenica, per l’ultima volta, il suo concittadino e leader dei radicali Marco Pannella. Ad annunciarlo il sindaco Maurizio Brucchi, che spiega come la salma di Pannella arriverà a Teramo intorno all’una di domenica mattina e come la camera ardente resterà aperta fino alle 15 quando partirà alla volta del cimitero di Cartecchio dove alle 16 sarà tumulata nella cappella di famiglia. E proprio per la giornata di domenica il sindaco ha proclamato il lutto cittadino, invitando docenti e presidi a dedicare la giornata di sabato al ricordo di Marco Pannella con approfondimenti e momenti di studio su una delle figure simbolo delle lotte per i diritti civili e sociali. Domani alle ore 15:00 Maurizio Brucchi sarà presente all’apertura della camera ardente con il feretro di Marco Pannella, che sarà allestita a Montecitorio a Roma.
“La sua scomparsa mi addolora profondamente. Con Marco avevo un rapporto di amicizia sincera, alimentato ma non certo esaurito dalla stima per le sue battaglie civili e per il comune amore per la nostra terra. L’ultima volta che ci siamo visti con colui che giornalisticamente non a torto è stato definito il San Francesco dei diritti civili, è stato il 21 aprile 2013 proprio qui a Giulianova, al Kursaal, in occasione del simposio dei Radicali al quale peraltro partecipò anche Emma Bonino. Un piacere immenso dialogare con lui, una persona di statura eccezionale. E non mi riferisco ovviamente all’altezza fisica. Forse non è a tutti noto il fatto che egli avesse devoluto lo stipendio di parlamentare ai giocatori dello Zambia, squadra che aveva perso il 19 settembre del 1988 allo stadio Mu Dung di Gwangju, in Corea del Sud, contro i nostri azzurri per sottolineare gli eccessivi compensi del calcio nazionale. E probabilmente è poco nota anche la sua condizione sostanziale di nullatenente per avere devoluto i suoi averi al Partito Radicale, di cui pure sono tesserato. Comprese le somme derivanti dalla vendita dei suoi immobili di Teramo e di Giulianova, città in cui vantava legami parentali con la famiglia Tacchetti. Insomma, davvero una persona straordinaria la cui scomparsa priva non solo l’Abruzzo ma l’Italia intera di un vero gigante”.
Matteo Renzi esprime “le condoglianze del governo e quelle mie personali alla famiglia” di Marco Pannella. Il premier che stava parlando di Europa con il primo ministro olandese Mark Rutte ricevuto a Palazzo Chigi commenta così la morte dello storico leader del partito radicale: “E’ la scomparsa di un grande leader italiano, che ha segnato la storia dell’Italia. Vorrei a nome mio personale e del governo e della forza politica che rappresento fare un grande omaggio alla storia di questo combattente e leone della libertà”.
Il presidente del Consiglio esprime quindi “un sentimento di commozione, quella stessa commozione che – dice – sta pervadendo l’intero Paese. Il tempo e la storia potranno raccontare chi è stato Marco Pannella in Italia”, conclude Renzi, che più tardi aggiungerà su Twitter “Un protagonista straordinario della vita non solo politica italiana. E transnazionale, verrebbe da aggiungere”, tributando a Marco Pannella l’omaggio di quell’aggettivo che da sempre qualificava l’ambito d’azione del suo Partito Radicale.
“Addoloratissimo apprendo della morte di Marco Pannella, un abruzzese, un politico di razza, un guerriero per i diritti”. Lo scrive il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso. “Sebbene lontanissimi per formazione politica, tutte le volte in cui ci siamo incontrati abbiamo sempre riscontrato un’armonia cristallina data dal rispetto reciproco e dall’accordo su un tema fondamentale: la battaglia per il progresso della collettività.
Da ragazzo – ricorda il governatore – ho ammirato il coraggio e l’intensità con cui affrontava le battaglie per i diritti civili, e assistendo ad un suo comizio negli anni Ottanta ho percepito la forza immensa con cui difendeva e propugnava le sue idee. Da adulto ho potuto confrontarmi con lui, maestro della parola e liberatore di libertà, apprezzandone le rare doti di cultura e intelligenza. Marco Pannella – commenta infine il presidente – mancherà non solo all’Abruzzo ma all’Italia tutta, e a nome di tutta la regione lo saluto con calore fraterno”.
“La scomparsa di Marco Pannella è una grave perdita per il nostro Paese”. Lo afferma la deputata Vittoria D’Incecco. “E’ stato un combattente vero – prosegue la parlamentare – e un grande difensore dei diritti civili. Anche se spesso non ho condiviso le sue idee, ho sempre ammirato la sua forza e determinazione. L’Italia deve molto a Marco Pannella, protagonista tenace e appassionato di tante battaglie. Ci mancherai”.
“La mia prima tessera è stata quella radicale, ma oggi ad andarsene e’ l’amico prima ancora dell’ispiratore di tante battaglie radicali, non tutte mie. Oltre al dolore, rimane la fierezza del segno che il nostro concittadino ha lasciato nella storia politica e civile di questo paese senza, per di più, aver ricoperto ruoli di governo. Senza aver avuto il riconoscimento, dovuto, di senatore a vita”.
Lo afferma Gianni Chiodi, presidente emerito della Regione Abruzzo, commentando la scomparsa del leader radicale.
“Oggi tutti sono Pannella, me ne compiaccio, ma il mio auspicio e’ che, al di la’ delle frasi di circostanza, viva il suo esempio, la ricerca infaticabile di un riformismo autentico e mai fine a se stesso, mai puntato sul mero consenso ma sulla necessita’ di rendere più giusta, nè migliore nè peggiore, la nostra società”, dice infine Chiodi.
“Lo ricordo con stima e simpatia, pensando che ci lascia una eredità umana e spirituale importante, di rapporti franchi, di espressione libera e di impegno civile e politico generoso, per gli altri e in particolare per i deboli e i bisognosi di solidarietà”.
E’ il ricordo del direttore del ‘portavoce’ del Papa, padre Federico Lombardi.”Pannella è una persona con cui ci siamo trovati spesso in passato su posizioni discordanti, ma di cui non si poteva non apprezzare l’impegno totale e disinteressato per nobili cause”.
“Aveva grande ammirazione per il Papa” – L’interesse per le condizioni dei detenuti ha creato un legame tra Marco Pannella e Papa Francesco. Lo ricorda a Radio Vaticana padre Federico Lombardi.
“A questo proposito – riferisce il direttore della sala stampa vaticana – l’onorevole Pannella diverse volte ha voluto incontrarmi proprio per testimoniare personalmente con molto entusiasmo la sua grandissima ammirazione per il Papa Francesco, per la sua attenzione ai carcerati e l’impegno per il rispetto della loro dignità, come pure più generalmente per tutte le persone i cui diritti sono violati”.
“Mancherà a tutti penso persino ai suoi avversari Marco Pannella molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo paese che tanto gli deve”. Lo ha detto Emma Bonino intervenendo a Radio Radicale. “Credo che ora molti dovrebbero riflettere, ora che non è più in vita, sui suoi meriti e la sua presenza nella storia di questo Paese”.
“Marco Pannella, un uomo grande, un grande uomo. Forse quello che più ha contribuito a cambiare il Paese nel campo dei diritti civili. Sono orgogliosa di averlo conosciuto, di aver discusso con lui, di aver imparato cose da lui. Fu capolista nel 1990 di Convenzione Democratica, la lista della Genziana dove sono stata eletta consigliere comunale a L’Aquila. Con me furono eletti anche l’avvocato Antonello Lopardi, Massimo Cialente, Giorgio Iraggi, Paolo Aloisi e l’indimenticabile Luciano Fabiani. Poi Pannella si dimise ed entrò Cecco Peppe in Consiglio. Ma mai dimenticherò quei mesi di straordinaria politica e di mia formazione. Sono stata di nuovo con lui recentemente a Parigi al Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana dove, nonostante il grave stato di salute, si muoveva come un leone. Grazie Marco Pannella, di esserci stato sempre”. Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Stefania Pezzopane.
“Esprimo cordoglio e grande tristezza per la scomparsa di Marco Pannella, abruzzese e leader politico che ha attraversato da protagonista la vita politica italiana degli ultimi decenni. Sono stato iscritto al Partito radicale, e conoscevo Marco”. Lo ha detto il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci. “Si poteva, tanti lo sono stati, essere in disaccordo con lui, – ha aggiunto – ma gli va riconosciuto un ruolo di primissimo ordine nel panorama della nostra democrazia, che per definizione e’ pluralismo e confronto. Attraverso le sue prese di posizione, gli intelligenti modi di lotta e di espressione, ha saputo portare all’attenzione dell’opinione pubblica temi e contraddizioni inerenti il funzionamento stesso del sistema democratico che altrimenti, con tutta probabilita’, sarebbero rimasti in ombra. Assieme al Partito radicale, di cui e’ stato per lungo tempo l’incarnazione, – afferma sempre Pietrucci – ricordiamo le battaglie sul divorzio e l’aborto, per i diritti dei detenuti, per la depenalizzazione dell’uso personale delle droghe leggere, per la liberta’ scientifica, quelle contro gli abusi e i malfunzionamenti del sistema democratico imputabili dallo strapotere dei partiti. A volte precursore e a volte provocatore, Pannella e’ stato una figura necessaria, di cui sentiremo la mancanza. Come c’e’ da sentire la mancanza del confronto, del dialogo, dello scontro, dell’arricchimento che deriva dalle diversita’ delle opinioni e dell’anticonformismo necessario”.
“L’Abruzzo ha perso uno dei suoi figli migliori. Marco Pannella con la passione e la determinazione che metteva in ogni sua impresa, era un tutt’uno con i diritti civili, con la non violenza e per la liberta’”. A dirlo e’ il Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio. “La sua terra l’ha portava con se’ e la interpretava attraverso il suo carattere volitivo e caparbio. Consigliere regionale all’Emiciclo nel corso della Quinta Legislatura, nel 2014 ho avuto l’onore di conferirgli la medaglia Aprutium, nel corso di una seduta solenne dell’Assemblea regionale, per il suo lungo magistero di Uomo e di Politico impegnato in tante battaglie in difesa della democrazia – ricorda Di Pangrazio – Non potro’ mai dimenticare l’incontro privato nel mio ufficio. Un incontro carico di umanita’ e ricordi che hanno percorso ogni angolo della nostra regione: una sorta di dichiarazione d’amore incondizionato per l’Abruzzo, di cui ricordava luoghi e volti delle tante persone che con lui hanno condiviso lotte e speranze. Interpretando il pensiero dell’Assemblea che rappresento – conclude Di Pangrazio – mi inchino davanti alla storia di Marco Pannella, davanti all’uomo, al cittadino illustre della nostra terra”.
“Con la scomparsa di Marco Pannella l’Italia e l’Abruzzo perdono un combattente vero, un uomo coraggioso che ha dedicato la sua intera vita alle battaglie per i diritti civili: Marco Pannella ci lascia un’Italia migliore, più libera e aperta, ci lascia uno straordinario esempio di forza, determinazione e di buona politica al servizio della comunità. Alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene vanno le mie più sentite condoglianze”.
Grande amarezza per la morte di Marco Pannella vero“paladino” dei diritti civili. Per Geremia Mancini: “Nel 2008, quando fu insignito del Premio “Moschettiere del Lavoro rivendicò, con fierezza, il suo essere abruzzese. Con Marco Pannella se ne va un grande abruzzese. Un uomo che ha saputo attraversare, spessissimo controcorrente, le vicende di questo Paese. Sempre schierato dalla parte dei più deboli e dei diversi. Un leader politico ma anche, forse soprattutto, un uomo capace di combattere con coraggio e contro ogni luogo comunedifficili battaglie per i diritti civili A lui tutti gli italiani debbono tanto. L’Abruzzo deve sentirlo come uno dei suoi grandi figli. Ricordo con commozione ed orgoglio quando, nel 2008, ebbi la soddisfazione di consegnargli, per il suo aver reso onore alla terra d’origine, il “Moschettiere del Lavoro – Premio Zimei”. Ci mancherà”.
“Con la scomparsa di Marco Pannella comincia a chiudersi una fase storica dell’Italia che, dalla seconda meta’ del Novecento a questi ultimi giorni, ha visto il nostro Paese entrare, con fatica, nel novero di quelli moderni, facendo, nel solco dei valori dell’occidente, della liberta’, dell’uguaglianza e dei diritti di cittadinanza la base del vivere civile e del progresso”. Queste le parole con cui il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ricorda il leader radicale. “Marco Pannella ha condotto battaglie di grande modernita’, modernizzando la cultura del Paese, nei sentimenti popolari, nelle abitudini, negli interessi del ‘quieto vivere’ ed esercitando fino in fondo il vero ruolo di un leader politico, quello cioe’ di indicare percorsi nuovi e originali, trasformando ed emancipando la coscienza di intere collettivita’. I visionari delineano strade che i saggi, poi, percorrono. Marco Pannella – ha proseguito Cialente – accanto a questo, ha avuto un altro pregio, raro. Il coraggio di affermare le proprie idee e di battersi sempre per esse. Ho avuto il privilegio di vivere con lui, nel 1990, l’esperienza di ‘Convenzione Democratica’, la famosa lista della Genziana. Esperimento avanzatissimo, allora non compreso, che prefiguro’, con anni di anticipo, quella che poi sarebbe divenuta l’alleanza dell’Ulivo. Anche allora L’Aquila fu laboratorio politico, come lo era stata per la nascita della prima giunta comunale di centro sinistra. Una strana alchimia di questa citta’, capace di esprimere comunque, di volta in volta, avanzati blocchi di classe dirigente politica, spesso avanguardia culturale in Italia. Un’esperienza indimenticabile, molto formativa, che mi fece conoscere un modo completamente diverso di essere e di vivere la politica. Negli anni successivi, soprattutto nella mia esperienza parlamentare, ho nuovamente incontrato molte volte Marco, mi sono sentito con lui telefonicamente, a volte anche con sinceri, leali, decisi scambi di opinione. Ricordo anche quando, dopo il sisma, volle tenere all’Aquila, nel tendone di piazza Duomo, divenuto in quel periodo agora’ della citta’, l’assemblea del Partito Radicale. Come tanti italiani anch’io mi sento di ringraziare questo abruzzese tenace, visionario, capace di grandi sogni e di ammettere le proprie debolezze, in primis quel suo tabagismo che ostentava simpaticamente. In questo momento, pero’, non posso non ricordare un episodio in cui lo sentii soprattutto amico, con un atteggiamento paterno. Quando, nel gennaio 2014, in seguito al pesantissimo attacco mediatico che, a livello nazionale, si scateno’ su di me e sulla mia famiglia, per due avvisi di garanzia ad altrettanti miei stretti collaboratori, decisi di dimettermi, la sera successiva Marco mi chiamo’ a casa. Fu una telefonata di solidarieta’ affettuosa, di incoraggiamento, di rinnovata stima, di analisi politica precisa di quello che mi stava capitando ma, anche, un severo richiamo alle mie responsabilita’. Marco Pannella e’ stato un grande italiano – ha concluso Cialente – e mi fa piacere pensare che e’ l’Abruzzo, la sua Teramo, che lo ha regalato all’Italia”.
“E’ un uomo che ha dato molto al dibattito parlamentare e quindi mi sembra giusto che venga fatta qui la camera ardente perche’ e’ stato un leader politico che ha sempre adottato nelle sue battaglie il metodo democratico e non si e’ mai allontanato da questo Parlamento”. Cosi’ la presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando con i cronisti a Montecitorio della decisione di allestire la camera ardente per Marco Pannella alla Camera dei deputati, domani dalle 15. “A me e’ capitato diverse volte di incontrarlo mesi fa nei corridoi della Camera – racconta – perche’ continuava a frequentare il Parlamento. E continuava a sollecitare il Parlamento e a portarlo di fronte alle proprie responsabilita’. Quindi – conclude – mi sembra questo il posto giusto dove fare una camera ardente per Marco Pannella”.
Da abruzzese a abruzzese, “come me ma del teramano”, confida che “sara’ sempre in me vivido il ricordo dei momenti passati insieme da corregionali”. Antonio Razzi rende onore a Marco Pannella e spiega che “secondo me, dovevi essere tu il Presidente della Repubblica: avremmo visto veramente non solo il guardiano dei diritti e della Costituzione ma un vero e proprio guerriero integerrimo” “La dipartita di Marco Pannella, sembrera’ strano data la veneranda eta’, e’ prematura rispetto ai tempi e alle trasformazioni che il paese sta cercando di darsi”, riprende il senatore FI. “C’e’ un disperato bisogno di uno come lui nel panorama politico italiano”, dice ancora “dell’amico Pannella” al quale manda a dire che “la tua presenza, il tuo apporto sempre nella notizia, manchera’ agli italiani e alla politica pura della quale ti sei fatto interprete in tre quarti di secolo di attivismo”. “Ne hai combinate di tutti i colori”, dice ancora, attribuendogli un episodio (“persino fumando una canna”) ma certo non dove indicato da Razzi (“in aula”). “Sei stato dirompente perche’ questo e’ un paese che ha bisogno di forti scosse per capire i suoi errori. Caro Marco, ci siamo conosciuti in tempi non sospetti quando, da abruzzese frequentavi la comunita’ degli abruzzesi in Svizzera. Con te – conclude Razzi – manchera’ una voce, quella voce di onesta’ civile, politica ed intellettuale che dovrebbe fare da esempio ai giovani italiani. Caro Marco ci lasci il Pannellismo ed un pezzo di storia indimenticabile”.
“Se ne e’ andato Marco Pannella. Senza di lui ci sara’ un grande vuoto”. Lo scrive l’aquilano Giulio Petrilli che parla di “generoso combattente dei diritti civili, la persona che piu’ di tutti ha incarnato il senso del rispetto anche per le persone private della liberta’ personale. Lo conobbi a venti anni – ricorda – quando venne a trovarci nel carcere di Rebibbia insieme ad Enzo Tortora. L’ho rivisto poi fuori in tante manifestazioni. Un politico d’altri tempi. Un coerente delle idee. Una grande persona piena di umilta’. Un rivoluzionario. La tristezza e’ forte”.
MELILLA: PROTAGONISTA DA SEMPRE
“Marco Pannella é stato un protagonista della vita politica italiana e delle battaglie per modernizzare il nostro Paese sul terreno dei diritti civili. Ha dimostrato che con la politica si può cambiare nel profondo la legge e il costume pur non ricoprendo incarichi di potere e di governo. Pannella non é mai stato Ministro o Presidente, ma ha inciso molto ma molto di più di tanti Presidenti del Consiglio o della Repubblica. È’ stato un abruzzese tenace e attaccato alla sua terra. Peccato che Napolitano non lo abbia nominato senatore a vita. L’avrebbe ampiamente meritato”.