Pescara. In Abruzzo il 13% delle famiglie non arriva a fine mese. I pensionati, secondo i dati dell’INPS, vivono mediamente con 600 euro, un dato molto inferiore alla media del Paese e a cui dobbiamo sottrarre il peso delle tasse: il reddito medio da pensione è quello più basso. La crisi economica ha reso le famiglie sempre più povere e indebitate, i pensionati non riescono più ad essere l’ammortizzatore sociale.
“Questo uno specchio della situazione che ogni abruzzese vive quotidianamente, – così hanno aperto la conferenza stampa questa mattina i tre Segretari generali di SPI, FNP e UIL Pensionati a Pescara pere spiegare le ragioni della manifestazione nazionale del 19 maggio “A testa alta: tutti insieme per rivendicare diritti e dignità dei pensionati”.
Le tre Federazioni dei pensionati di CGIL-CISL-UIL la settimana prossima apriranno formalmente una vertenza per denunciare le condizioni in cui vivono le famiglie, le pensionate, i pensionati e i giovani dell’Abruzzo, perché oggi sono la fascia più debole. “Scenderemo in piazza per difendere i pensionati i quali, da anni ormai, sono diventati il bersaglio di una politica che specula sulla loro pelle solo per fare cassa, e per sostenere i giovani che hanno bisogno di un futuro dignitoso”, – continuano Iovito, Pietrosimone e Orsini.
Una piega della nostra società è la disoccupazione giovanile (15-29anni), un male non solo economico ma anche psicologico e culturale per la nostra società. Nel 2015 continua ad aumentare il tasso di disoccupazione, ma cresce soprattutto il numero dei giovani che non lavorano, non sono iscritti ad una scuola o all’’università e nemmeno seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale. “È una generazione, quella degli under 35, che avverte di essere rimasta ai margini dei processi decisionali e produttivi. I giovani guardano al futuro lavorativo con estrema preoccupazione: sentono, percepiscono la gravissima assenza di concrete prospettive occupazionali”, – proseguono i tre Segretari.
“Dall’Abruzzo partiranno più di mille persone tra pensionati, pensionate, lavoratori, giovani, donne e immigrati per chiedere, da Piazza del Popolo, al Governo e al Parlamento: la difesa delle pensioni di reversibilità; la tutela del potere d’acquisto delle pensioni; il recupero del danno prodotto dal blocco della rivalutazione; la separazione tra previdenza e assistenza; uguali detrazioni fiscali per lavoratori dipendenti e pensionati; l’estensione degli 80 euro alle pensioni più basse; la modifica delle legge Fornero per facilitare la flessibilità in uscita e permettere l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione e una legge quadro per la non autosufficienza”.
“In questi mesi nei territori abbiamo organizzato numerose assemblee e presidi per rilanciare le ragioni ~della manifestazione e chiedere alla Regione di adottare interventi immediati e strutturali per avviare la costruzione di un sistema di welfare regionale organico, che risponda alle esigenze reali dei cittadini. I problemi legati alla mancanza di lavoro, all’esclusione sociale, alla povertà ed alla non autosufficienza vanno affrontati subito. La riforma della non autosufficienza è un’occasione importante per ricreare quel legame tra istituzioni e cittadini. La crisi ci ha posto la necessità di riformare il welfare non possiamo assolutamente mancare a questo appuntamento”, hanno concluso i tre Segretari Iovito, Pietrosimone e Orsini.