“Negli atti della magistratura” dichiara il presidente della Regione Abruzzo “non si è mai parlato di un mio coinvolgimento diretto in relazione a fatti illeciti. Tutto questo risulta evidente dopo approfondite indagini svolte dalla magistratura che si sono sviluppate nell’arco di un biennio. Pertanto, non sono indagato. Lo ribadisco ancora una volta: io ero solo a conoscenza delle pressioni che l’assessore Stati aveva da esponenti politici del territorio. In merito alla posizione del Presidente del Consorzio rifiuti di Lanciano, io ho sempre detto alla Stati che ero favorevole al commissariamento solo se esistevano le condizioni di legge e, quindi, di andare avanti nell’assoluta legalità visto che lo stesso Presidente del Consorzio, il cui mandato era scaduto da molto tempo, non convocava da tempo l’assemblea dei soci perché, probabilmente, temeva di non essere confermato nella carica. Nulla di più. Tengo a precisare che questa amministrazione regionale non ha mai compiuto un atto formale in favore della realizzazione dell’impianto oggetto delle indagini. Con questo governo regionale l’Abruzzo ha raggiunto notevoli risultati ed è per questo che sono sempre più convinto nel portare avanti il progetto di risanamento che permetterà agli abruzzesi di avere una regione fuori dai debiti e con un sistema sanitario efficace e di qualità. Ecco perché il tentativo mediatico di coinvolgermi comunque in questa vicenda mi lascia profondamente amareggiato. Continuerò ad esercitare il mandato che mi è stato attribuito dagli abruzzesi con la stessa serenità e determinazione che mi ha contraddistinto in questi anni di onorata carriera politica all’insegna della trasparenza e assoluta legalità”.