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Carta dei diritti universali del lavoro, al via raccolta firme anche in Abruzzo

Pescara. Partirà il 9 aprile la raccolta di firme con la quale anche in Abruzzo la CGIL chiederà alle lavoratrici, ai lavoratori e ai cittadini di sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare con la quale proporre un nuovo Statuto dei lavoratori e delle lavoratrici.

Una Carta dei diritti universali che coinvolga tutti i lavoratori, subordinati e autonomi (a prescindere dalle tipologie contrattuali e dalle dimensioni delle imprese), introducendo nuove tutele e diritti dopo gli attacchi e le manomissioni degli degli ultimi anni, per ultimo il Jobs Act.

Una raccolta di firme che segue la grande campagna di mobilitazione con la quale nella nostra regione la CGIL ha consultato un gran numero di lavoratori e cittadini, tale che in Abruzzo si sono tenute ben 729 assemblee, per un totale di 36.472 votanti (a livello nazionale invece le assemblee sono state 41.705, con 1.466.697 votanti).

Le legge di iniziativa popolare, in sintesi, raccoglie i contenuti della Carta dei diritti e prevede una nuova normativa a favore di un’occupazione stabile, rimuovendo le forme di lavoro precario, garantendo un equo compenso, il diritto alla formazione permanente, il diritto alla reintegra per chi è stato colpito da un ingiusto licenziamento.

Dunque una grande iniziativa volta a riunificare il mondo del lavoro, subordinato o autonomo, di tutte le tipologie contrattuali. Una raccolta di firme con la quale la CGIL Abruzzo punta a dare forza a una proposta di legge per la quale ci rivolgeremo anche al mondo delle professioni di questa regione, ai giovani, alle università, confrontandoci con il mondo della politica per ripristinare finalmente, in Abruzzo e in Italia, il principio della responsabilità solidale.
La raccolta di firme infine, proprio per rafforzare l’iniziativa sulla nuova Carta dei diritti, riguarderà anche tre quesiti referendari: per la cancellazione dei voucher (l’esemplificazione massima del lavoro precario), l’affermazione della piena responsabilità solidale negli appalti (messa in discussione dalle catene di subappalti) e il reintegro in caso di licenziamenti illegittimi e senza giusta causa.