Gli agenti della Squadra Mobile di Pescara si sono presentati alle prime ore di questa mattina negli uffici della Teramo Ambiente. Le ragioni della “visita” sono al momento sconosciute, dagli uffici di via Delfico non trapela alcuna informazione al riguardo. L’assessore regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni e l’imprenditore pescarese Rodolfo Di Zio sono ancora agli arresti domiciliari, mentre resta ancora da chiarire il ruolo degli altri indagati, dieci in tutto.
Intanto, sul ciclone che ha investito l’Abruzzo, relativo all’inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti, emergono nuove indiscrezioni dalle intercettazioni telefoniche. Secondo il gip del Tribunale di Pescara Guido Campli, il presidente della Regione Gianni Chiodi (al momento fuori dall’inchiesta) era a conoscenza dei “giochi” finalizzati a favorire il “monopolio” della famiglia Di Zio a sfavore del concorrente di settore, il presidente del Consorzio rifiuti di Lanciano Riccardo La Morgia. “Commissariamo” chiede alla Stati il segretario della Giunta Enrico Mazzarelli. “Commissariamo” risponde Daniela Stati “Allora io vado avanti perché il presidente è d’accordo“. Trascorre qualche giorno e la Stati contatta telefonicamente Chiodi: “Non ti preoccupare presidente! Era soltanto per avvertirti che il commissariamento che ci ha chiesto sia Di Stefano che Paolini (Filippo Paolini è il sindaco di Lanciano, ndr) è stato possibile farlo. Perché ci sono i termini di legge“.
La procura pescarese parla poi di un incontro avvenuto nel 2009 a Francavilla tra i vertici Pdl, e tra questi anche Gianni Chiodi, e due manager della Ecodeco, una società milanese coinvolta da Venturoni e Di Zio nella realizzazione dell’inceneritore di Teramo. Nella vicenda entra in scena anche Giuliano Gambacorta, segretario di Chiodi. Venturoni, infatti, avrebbe spinto per la proroga del contratto di lavori di Antonio Di Pasquale con i Di Zio. E Di Pasquale altri non è se non il genero di Gambacorta, appunto.
“Sapevo solo che La Morgia non convocava da tempo l’assemblea dei soci perché temeva di non essere confermato nella carica” replica oggi Chiodi “e ho sempre detto che l’eventuale commissariamento si sarebbe potuto fare solo se la legge l’avesse permesso. Nulla di più”.
Intanto, nella giornata di ieri, Gianni Chiodi ha chiamato a raccolta il Pdl regionale al completo, impegnato in un vertice che si è protratto fino a tarda notte. Presente il senatore Di Stefano, mentre è mancato all’appello Paolo Tancredi. Oggi torneranno a riunirsi per redigere un documento contenente la posizione ufficiale del partito.
“L’assessore Venturoni ha il dovere di rassegnare subito le dimissioni” dichiara Silvio Paolucci, segretario regionale del Partito Democratico. “Le dimissioni vanno presentate senza giri di parole né bizantinismi, nessuno pensi di scherzare con le istituzioni ridimensionando o irridendo i fatti contestati come appare dalle dichiarazioni degli uomini di vertice della Pdl abruzzese. Rimanendo sul terreno squisitamente politico, ciò che emerge con chiarezza è che lo sbandierato sistema Teramo tutt’uno con il sistema Pdl in Abruzzo è in netto contrasto con i valori della legalità e del corretto esercizio delle funzioni pubbliche. Se non dovessero arrivare spontaneamente le dimissioni di Venturoni, Chiodi avrebbe il dovere di licenziarlo per rispetto degli abruzzesi e dell’istituzione che presiede, e di chiarire se è dentro questo sistema, come sembra, e se intende tirarsene fuori”.
“E’ come se una squadra di calcio che vince il campionato, riassetta il bilancio e produce risultati, venisse smobilitata” aggiunge il segretario provinciale Pd di Chieti Camillo Di Giuseppe, componente del Cda del Consorzio rifiuti Cerratina dal 2005 al 2009, relativamente al più volte tentato commissariamento del Consorzio Rifiuti di Lanciano. “Hanno fatto di tutto” continua Di Giuseppe “per commissariare il CdA del quale facevo parte, come si evince dalle intercettazioni. Un CdA che aveva raggiunto risultati estremamente positivi, ripianando i debiti e distribuendo utili ai Comuni facenti parte del Consorzio. La conclusione di questo percorso virtuoso sarebbe stata la realizzazione dell’impianto di compostaggio, non gestito da privati, ma dal consorzio stesso, ed il conseguente abbassamento delle tariffe a favore dei Comuni e dei cittadini. Io c’ero e ho collaborato con il Presidente La Morgia, a prescindere dagli interessi dei partiti, per il perseguimento dell’interesse comune. Del resto, io sono un sindaco, e so benissimo che quotidianamente bisogna rendere conto ai cittadini del proprio operato. Le strategie di palazzo non mi sono mai interessate. Ora saranno gli inquirenti a chiarire come siano andati i fatti e a determinare se il CdA di allora abbia operato nel migliore dei modi, ma intanto sarebbe cosa buona e giusta che l’intero CdA si dimetta, visti i vizi all’origine. Concludo con il sottolineare, ad ulteriore riprova della corretta gestione, che l’impianto di Lanciano era l’unico a norma e punto di riferimento dell’intero territorio regionale”.