Queste ditte sono per la maggior parte straniere, di cui quasi nessuno aveva mai sentito parlare prima in Abruzzo. Altri firmatari sono la Confindustria e la sua associata Assomineraria, che rappresenta gli interessi dei petrolieri operanti in Italia, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, e la Buonefra. “Gli abruzzesi, cittadini e amministratori, non credono alle ragioni di pura propaganda del petrolio e del gas”, in una nota diffusa da Maria Rita D’Orsogna e dal comitato abruzzese Difesa beni comuni, “ma a quelle sincere della salute e della qualità della vita, come ricordato più volte dall’intera Conferenza Episcopale d’Abruzzo e del Molise. Già lo scorso 8 agosto Legambiente, Wwf, Agesci ed altri gruppi ambientalisti e civici hanno risposto per le rime ai petrolieri. Ora lo fanno all’unisono 34 comuni, le province di Chieti, Teramo e Pescara, la Confcommercio, Assoturismo, la Confesercenti, la Federazione Autonoma Balneatori, la Cantina Tollo, la Confederazione Italiana Agricoltori, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, e il Consorzio di Tutela del Montepulciano d’Abruzzo e il Consorzio della Costa dei Parchi. Le ditte petrolifere sono state le prime a sottrarsi al dialogo, tenendo nascosti i loro progetti ai cittadini mentre venivano spiegati nei minimi dettagli agli azionisti oltreoceano, propagandando il centro oli di Ortona
come fosse un frantoio, e rifiutando il confronto diretto con gli esperti veri sui temi della salute, dell’inquinamento e dei danni economici che l’industria petrolifera inevitabilmente porterà con se. L’Abruzzo non vuole diventare un campo di petrolio, ed è ben conscio che aprire ad un solo progetto minerario significherà iniziare una progressiva trasformazione verso la sua irreversibile petrolizzazione, come già accaduto in Basilicata. Proprio in questi giorni dal suo centro di Erice, il pluripremiato e notissimo fisico Antonino Zichichi si è espresso duramente contro le trivellazioni petrolifere perché troppe le incognite del sottosuolo terrestre e dei fondali marini. Duole ancora una volta notare il silenzio dell’amministrazione regionale, guidata da Gianni Chiodi, che non ha ancora saputo o voluto trovare una soluzione definitiva al problema della petrolizzazione di tutto l’Abruzzo, né farsi interprete della volontà popolare presso i vari uffici ministeriali”.