Scuole abruzzesi, parte la protesta dei Co.Co.Co: ‘Siamo statali ma trattati come abusivi’

Ateleta. ‘Sono lavoratrice della scuola pubblica dal lontano 1996, prima come LSU e successivamente al D.M. 66/2001 come co.co.co., con mansioni riconducibili a quelle di Assistente Amministrativo.

In Italia siamo circa 900 lavoratori con questo tipo di contratto di cui 8 circa in Abruzzo e precisamente solo la sottoscritta in provincia dell’Aquila. Siamo in attesa di stabilizzazione dal 1995, i vari Governi che si sono succeduti, da quella data ci hanno solo sfruttati e malpagati, trattandoci come lavoratori autonomi ma facendoci svolgere nei fatti, compiti da lavoratori dipendenti’.

Lo afferma Iole Del Monaco a nome dei tanti co.co.co. che dallo scorso 1 marzo stanno protestando, chiedendo una stabilizzazione definitiva della propria condizione lavorativa.

‘Non abbiamo diritto a: ferie ma a “riposo psicofisico”, tredicesima mensilità, permessi retribuiti, permessi per motivi famigliari o per L.104, lavoro, straordinario, partecipazione a progetti, indennità di fine rapporto ed i pagamenti stipendiali, erogati, sempre in ritardo, ma soprattutto “esclusi” da ogni forma di procedura concorsuale riguardante il personale ATA della scuola, perché il ns. servizio non ci viene riconosciuto.

Dal punto di vista pensionistico, siamo gravemente penalizzati in considerazione del fatto, che non ci viene garantito il minimo contributivo utile, ai fini previdenziali, ne consegue che non tutti i 12 mesi sono coperti da contributi ai fini pensionistici e tutto questo ci assicurerà una pensione da fame (in 27 anni non abbiamo maturato neanche 200 € di pensione).
In più i mesi utili ai fini INPS influiscono anche sul pagamento degli assegni familiari e dell’indennità giornaliera di malattia:
Domicilio
· euro 10,99 (4%), se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 3 a 4 mensilità di contribuzione;
· euro 16,49 (6%), se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 5 a 8 mensilità di contribuzione;
· euro 21,99 (8%), se nei 12 mesi precedenti l’evento risultano accreditate da 9 a 12 mensilità di contribuzione.
Degenza ospedaliera
· euro 21,99 (8%), in caso di accrediti contributivi da3 a 4 mesi;
· euro 32,98 (12%), in caso di accrediti contributivi da5 a 8 mesi;
· euro 43,98 (16%), in caso di accrediti contributivi da9 a 12 mesi.

Ancor più grave, per le mamme lavoratrici cococo, è la mancanza di diritti legati alla malattia dei figli, all’allattamento e al congedo facoltativo. Nel 2013 ho avuto un bimbo e dopo i 5 mesi di congedo obbligatorio ho potuto usufruire solo di 3 mesi di congedo facoltativo durante i quali ho percepito meno di 100 euro al mese.

Purtroppo non posso avere per lui tutti i diritti di cui godono le colleghe di ruolo.Peggio di noi solo i “lavoratori in nero”.Eppure lavoriamo per lo Stato (M.I.U.R.) mediante la stipula di un contratto che si proroga di anno in anno dal 2001.

Il compenso lordo è rimasto invariato nel tempo, depauperato dai progressivi aumenti delle aliquote contributive passate dal 14% iniziale al 32% attuale, nonché dalle addizionali comunali e regionali. Stanchi delle continue promesse da parte dei vari Ministri che si sono nel frattempo avvicendati, nonché di quelle fatte dai sindacati di categoria, abbiamo costituito un comitato con sede a Reggio Calabria presieduto dal collega Leonardo Del Giudice.
Per questi motivi abbiamo deciso di avviare dal primo marzo, una forma di protesta, a tempo indeterminato, fino a quando il M.I.U.R. non definirà i modi e i tempi per la ns. stabilizzazione’, conclude Del Monaco.

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