Un camion con un gigantesco manifesto ha fatto da sfondo alla conferenza stampa tenuta stamattina ‘on the road’. Una ruspa che sposta un mucchio di croci rosse ridotte in ruderi è l’eloquente immagine scelta da Silvio Paolucci, segretario regionale Pd, che ha dichiarato: “Con una sola firma Chiodi spazza via la sanità abruzzese. Ha in mano poteri assoluti, come commissario per la ricostruzione e per la sanità e li ha usati per scrivere questo piano nel chiuso della sua stanza, imponendo agli abruzzesi una cura dimagrante nella sanità che però accontenta solo le cliniche private. Un piano che Chiodi non ha voluto condividere con nessuno: sindaci, consiglieri regionali, forze sociali, personale medico e paramedico: tutti considerati semplicemente dei sudditi costretti a subire”.
Oltre al mancato confronto con “l’istituzione regione”, Paolucci denuncia anche il metodo d’azione di Chiodi, definendolo: “ragioneristico: toglie servizi e assistenze, taglia i fondi senza, però, ridurre le liste d’attesa, costruire una rete di emergenza-urgenza, migliorare l’assistenza domiciliare, dare una nuova vita ai servizi territoriali. A dare questa alternativa non ci ha pensato affatto: ragione in più per cui a Chiodi conveniva instaurare un tavolo di confronto”.
Necessità di alternativa ribadita anche dal capogruppo regionale Camillo D’Alessandro: “Prima di emarginare l’area interna-montana, devi portare delle alternative sul posto. Per principio, non si spostano gli utenti, si spostano gli operatori, attrezzando le strutture sui territori, sui quali devono svilupparsi reparti di lungodegenza, e riabilitazione post-operatoria: in questo modo i cittadini si spostano nelle grandi strutture per operarsi ma poi fanno il resto del decorso nei presidi territoriali. Così si riducono le liste di attesa e si da respiro al collasso delle strutture più grandi”. Il Pd propone, poi, una linea di razionalizzazione da ricercare nell’eliminazione di figure doppie: “Chiodi si vanta di essere riformista. Noi lo sfidiamo: perché non mette mano ai doppioni e ai triploni? A cosa servono tre reparti di chirurgia in alcuni grandi ospedali, oltre a mantenere il posto promesso a qualcuno? Razionalizzare e riorganizzare sul territorio queste risorse e questo personale sarebbe si una vera riforma”.
A D’Alessandro tocca anche il compito di respingere alcune accuse, circolate negli ultimi giorni: “Non siamo il partito del no e non difendiamo l’indifendibile o l’ospedale sottocasa. Difendiamo il diritto a salvarsi la vita, che viene tolto ad un’ampia area della regione. Chiodi dice che anche da un paesino è raggiungibile in 50 minuti un ospedale: si renda conto che in 50 minuti si muore. Il suo atteggiamento, come Presidente della Regione, è inaccettabile, volgare e non c’entra niente con il ruolo di Commissario: si ricordi che è anche il Presidente dell’Abruzzo e che la sua figura rappresentativa prevale su quella burocratica”.
Parte così una campagna comunicativa massiccia, che riassume tutte le tematiche d’opposizione espresse dal Pd in questi mesi alla manovra sanitaria: manifesti, trotter, e cartoline che si svilupperà su tutto il territorio regionale fino a ferragosto.