Legge commercio, aperture domenicali: prime violazioni

maurizio_acerboPescara. Aumentano il numero di aperture domenicali dei centri commerciali, ma alcune mega-strutture di vendita non sembrano rispettare le norme contenute nella recente legge sul commercio.

 

La denuncia arriva dal consigliere Maurizio Acerbo (Prc), che mette in luce un’anomalia prodotta dalla nuova legge: le ulteriori deroghe concesse per le aperture domenicali e nei festivi, non sarebbe compensato il principio delle chiusure infrasettimanali. In questa deregulation “legalizzata” a farne le spese sono soprattutto chi lavora nei centri commerciali. “ Abbiamo contrastato fino all’ostruzionismo” scrive in una nota Maurizio Acerbo, “ l’aumento delle aperture domenicali e festive per la grande distribuzione.  Soprattutto abbiamo posto l’accento sui livelli di sfruttamento schiavistico di lavoratori privi di potere contrattuale e fortemente ricattabili. L’aumento delle aperture domenicali significa intensificare livelli di sfruttamento e privare una categoria di lavoratori della possibilità di “santificare le feste”, cioè di stare in famiglia o di godere del diritto al riposo, al tempo libero, allo svago, alle relazioni”. In sede di approvazione della legge, la maggioranza in Regione ha accettato di inserire alcune norme a tutela sia dei lavoratori che dei piccoli commercianti.  La legge infatti prevede che i centri commerciali debbano osservare una chiusura infrasettimanale per ogni apertura domenicale o festiva, che i dipendenti non possano essere costretti a lavorare più del 50% delle domeniche, che i centri commerciali debbano concertare le aperture con sindacati e organizzazioni di categoria. “ Da quel che mi risulta” prosegue Acerbo, “ un centro della grande distribuzione di Chieti, “approfittando della nuova legge ha comunicato ai dipendenti l’aumento del numero delle aperture  domenicali  mentre non è stata  prevista nessuna chiusura infrasettimanale. Quando si approva una legge bisogna vigilare sulla sua applicazione e, soprattutto, monitorarne le conseguenze anche al fine di modificarla se si dimostra inadeguata. Non è accettabile che la grande distribuzione incassi l’aumento delle aperture senza adeguarsi alle altre norme: se è impossibile farle applicare, la maggioranza dovrà convenire che è indispensabile ridurre il numero delle aperture). Ritengo indispensabile che nel corso del prossimo Consiglio Regionale di martedì, l’ultimo prima della pausa estiva, si approvi una interpretazione autentica della legge che eviti i giochetti della grande distribuzione sulla pelle dei lavoratori. Non è accettabile che il Consiglio regionale vada in vacanza mentre chi lavora nei centri commerciali viene ridotto alla schiavitù”.

 

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