Non solo. In relazione al buco dei 101 milioni di euro sulla sanità, il tavolo ha inoltre confermato che si tratta “di mancata copertura del debito che sarebbe dovuta avvenire nel 2007 con le entrate fiscali e non con l’alienazione di immobili“.
Soddisfatto il presidente della Regione Gianni Chiodi che ha commentato: “Questo risultato rappresenta oggi una tappa fondamentale perché compendia l’impegno profuso da questa amministrazione che si sta prodigando per offrire a costi sostenibili un servizio sanitario di elevata qualità per tutti i cittadini abruzzesi”.
Commenti di forte dissenso giungono, invece, dall’opposizione. I consiglieri regionali del Pd Giovanni D’Amico e Giuseppe Di Pangrazio si soffermano in particolare sul caso della Marsica e dei presidi sanitari di Pescina, Tagliacozzo ed Avezzano.
“Nel consiglio regionale straordinario di ieri” scrivono “il presidente ha rifiutato la proposta unitaria di un confronto con le Assemblee provinciali dei sindaci e con i territori. Nella V commissione di oggi ha ribadito che Piano Ospedaliero verrà portato ufficialmente nei territori solo dopo la sua deliberazione commissariale, risultando pertanto immodificabile ed intoccabile. Alle sollecitazione dei sindaci, che gli hanno proposto altre metodologie di risoluzione dei costi, non ha voluto dare alcuna disponibilità”.
Secondo i due consiglieri, dunque, “è opportuno che i sindaci di Avezzano, Tagliacozzo e Pescina riconvochino un incontro con tutti i consiglieri e gli assessori regionali del territorio, con i parlamentari della Marsica, il presidente della provincia dell’Aquila Antonio Del Corvo, per assumere iniziative costruttive ed unitarie in difesa dei servizi sanitari territoriali. Anche perché il Piano attuale, allorché il presidente dice che 350mila abitanti nella provincia di Teramo dispongono di 4 ospedali mentre in provincia dell’Aquila se ne dispone per 9, in prospettiva può pregiudicare la stessa sopravvivenza dell’Ospedale di Avezzano quale presidio con specializzazioni ed eccellenze con la sua riduzione ad ospedale di territorio”.
Ernino D’Agostino, invece, capogruppo del Pd in Provincia di Teramo, denuncia l’assenza della maggioranza guidata da Valter Catarra, rea di non aver espresso alcuna opinione sulla questione sanitaria. “E’ possibile” si chiede “che la Provincia di Teramo non abbia mai nulla da dire sui principali problemi della comunità provinciale, oggetto di decisioni importanti da parte del Governo regionale e del Governo nazionale? Ci troviamo a registrare un assordante silenzio sui problemi riguardanti la Sanità pubblica teramana, nonostante il Piano operativo predisposto dal commissario Chiodi rischi di assestare un colpo pesante ai presìdi ospedalieri e ai servizi sanitari nel nostro territorio, mentre continuano ad essere salvaguardati i santuari privati della sanità abruzzese. E’ un atteggiamento passivo e rinunciatario che ormai non stupisce più. E’ ora di dire basta”.
Confesercenti, al contrario, giudica il Piano una “riforma necessaria”. “La sanità abruzzese” dichiara il direttore generale Enzo Giammarino “deve spendere quello che incassa, senza fare debiti, come qualunque impresa privata. E per questo è necessario che tutte le forze politiche trovino un’intesa per riformare un sistema non più sostenibile: è urgente liberare risorse per lo sviluppo. L’Abruzzo non può permettersi un sistema sanitario basato su una rete così capillare di ospedali, è necessario prevedere una efficace gerarchia di funzioni fra presidi e distretti in modo da non lasciare scoperto alcun territorio. L’Abruzzo ha bisogno di risorse economiche da investire nello sviluppo, con una assunzione corale di responsabilità: per questo crediamo sia necessario che il commissario della sanità Chiodi discuta il piano con l’opposizione, i sindaci e le forze sociali, nella consapevolezza che una riforma drastica è necessaria per togliere privilegi, riequilibrare il rapporto fra pubblico e privato che in Abruzzo è squilibrato, e affinché le imprese possano essere liberate dal mix micidiale di tassazione elevata e zero risorse per lo sviluppo, che impedisce una ripresa dell’economia”.
Sostegno all’azione di riordino della rete ospedaliera regionale, attenzione alla qualità dei servizi erogati ai cittadini, rapido risanamento della situazione debitoria è, invece, quello che chiede la Cna Abruzzo, riunita ieri sera a Pescara.
“Non è nostro compito” ha detto il presidente regionale Cna Italo Lupo “entrare nel merito delle scelte, che spettano al mondo della politica. Tuttavia, la razionalizzazione della rete ospedaliera pubblica appare come una delle misure necessarie per riportare sotto controllo il sistema sanitario abruzzese. Crediamo sia necessario offrire agli abruzzesi ospedali pubblici all’altezza dei compiti, con efficaci standard qualitativi, buona qualità dei servizi. Crediamo sia giusto offrire alle comunità locali, che si ritengono penalizzate dalla riconversione di alcuni piccoli presidi, strutture territoriali efficienti, dotate di avanzati strumenti diagnostici ed in grado di offrire ai cittadini prestazioni di qualità in tempi brevi. Crediamo sia infine giusto procedere, con lo stesso rigore, pure al riordino dell’attività offerta dalle strutture private”.
“Mi sembra un’offesa all’intelligenza dei cittadini e dei sindaci” commenta il consigliere regionale Marinella Sclocco (Pd). “Quello che si è rappresentato mercoledì a L’Aquila è stato uno spettacolo a dir poco sconcertante. I sindaci non sono stati ascoltati e poi rinviati a tavoli di lavoro che, una volta attuato il piano sanitario, nelle modalità espresse anche in commissione sanità il giorno seguente dal Commissario Chiodi, non consentirà più alcun passo indietro. Da un Paese civile ci si aspetta un Governo degno di essere chiamato tale, che eroghi un servizio sanitario equo nel rispetto del diritto alla salute, sancito dall’ art 32 della Costituzione. Gli Ospedali di Popoli e di Penne perderanno la terapia intensiva. Resterà solo Pescara che con 2 chirurgie (oggi) espleta interventi al pari dell’Ortopedia e Chiurgia di Popoli. I pronto soccorso di questi 2 ospedali in realtà si trasformeranno presto in centrali di smistamento, fin quando nessuno più ci si rivolgerà. Il Presidente Chiodi annuncia anche tagli ai privati pari al 18% che rappresentano 120 posti letto ma contestualmente ne taglia 800 al pubblico. Ma proprio sulle provincie di Pescara e Chieti si fanno più sensibili i tagli, mi chiedo a questo punto se non dipenda dal fatto che in quei territori vi insistono più di una realtà privata. La cosa più sconcertante è che questa politica del risparmio sanitario interesserà gli Ospedali pubblici al pari o addirittura in maniera più significativa rispetto alle Cliniche Private. Una domanda retorica: perché?”