Pescara. ‘L’assenso della Regione Abruzzo al Decreto pro-inceneritori del Governo Renzi-PD si fonda su un vero e proprio bluff.
Come sappiamo il famigerato Art.35 del Decreto Sblocca Italia e il decreto attuativo approvato dalla Conferenza Stato-regioni il 4 febbraio scorso con il voto positivo del Sottosegretario Mazzocca per la Regione Abruzzo fa diventare di “interesse strategico nazionale” tutti gli inceneritori, sia quelli già in funzione (40), sia quelli già autorizzati da costruire (6) sia gli otto che dovranno essere realizzati partendo dal nulla: Abruzzo, Marche, Lazio, Campania, Umbria, Sicilia (2) e Sardegna. Cinquantaquattro impianti in tutto che secondo il Ministro dell’Ambiente Galletti saranno la spina dorsale della gestione dei rifiuti in Italia.
Si arriva alla follia che il vecchio e inefficiente incenerimento è d’interesse strategico nazionale mentre non avranno questa classificazione gli impianti della filiera del riciclo, come le attività di compostaggio che trasformano la frazione umida del rifiuto in terriccio. Ricordiamo che la città di Trento è oggi all’80% di differenziata; diversi comuni abruzzesi si avvicinano a questa soglia. Invece di imporre a tutti l’esempio virtuoso, Renzi e il PD cercano di premiare l’inefficienza pur di soddisfare le lobby delle 4-5 multi-utility proprietarie degli inceneritori’.
Lo affermano in una nota congiunta Augusto De Sanctis, (Forum H2O Abruzzo), Alessandro Lanci, (Nuovo Senso Civico) e Massimo Melizzi (Pescara Punto Zero)
‘Per difendersi dalle polemiche sul voto pro-inceneritori gli amministratori abruzzesi hanno detto “Nessun impianto in Abruzzo, inceneriremo i rifiuti in Molise”.
In primo luogo come associazioni e movimenti abruzzesi, Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, Nuovo Senso Civico e Pescara PuntoZero, diciamo chiaramente al Governo Regionale che queste scelte avvengono “NOT IN OUR NAME”.
Lo vogliamo gridare ai nostri cugini molisani, perché per noi è un tragico errore far respirare a qualsiasi donna o uomo, sia esso abruzzese o molisano, i fumi di un inceneritore con il suo carico di contaminanti, dalle diossine al mercurio passando per le PM10. Senza parlare dei gas di scarico delle centinaia di camion che dovrebbero trasferire i rifiuti.
In secondo luogo è bastato consultare le carte e i dati ufficiali per smentire il presidente D’Alfonso e il sottosegretario con Delega ai rifiuti Mazzocca.
Infatti:
a)per l’Abruzzo il decreto prevede una quota di 120.000 tonnellate annue di rifiuti da incenerire;
b)l’inceneritore molisano di Pozzilli di proprietà della società Hera Ambiente ha una capacità autorizzata di 93.000 tonnellate annue, come prevede l’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata pochi mesi fa, il 14 luglio 2015, con validità di 16 anni. Questa quantità è riportata anche nel decreto Renzi-Galletti;
Con l’aumento chiesto dalla Società si coprirebbe al massimo la metà della quota abruzzese. Infatti la differenza in aumento sarebbe di 66.300 tonnellate/anno (157.300 t/a richieste dall’azienda contro i 93.000 t/a autorizzati attualmente) mentre come detto la quota abruzzese è di 120.000 tonnellate/annue. Rimarrebbero quindi sul groppone dell’Abruzzo 53.700 tonnellate/annue da incenerire.
f)casualità nella casualità facciamo notare che l’impianto di gassificazione proposto in Val di Sangro e attualmente in procedura di Valutazione di Impatto Ambientale in Abruzzo ha una capacità di 52.560 tonnellate’, insistono nella nota.
Quantità di rifiuti
Spiegazione
120.000 tonnellate/anno
L’incenerimento è il passato, una tecnologia obsoleta e inquinante, che concentra in poche mani l’affare dei rifiuti immobilizzando il settore per decenni visto che questi impianti hanno fame di rifiuti e vengono ammortizzati in decenni. Tra l’altro un altro caso nel caso è che la proprietà dell’inceneritore di Isernia sia della società HeraAmbiente, di proprietà di Hera, la multi-utility con base a Bologna di proprietà di diversi comuni emiliani (e con soci privati), la stessa regione di Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna che presiedendo la Conferenza Stato-regioni tanto si è speso per trovare l'”accordo” delle regioni sul Decreto pro-inceneritori.
Si favorisce, cioè, la posizione dominante di alcuni gruppi che farà da tappo allo sviluppo delle filiere del riutilizzo e del riciclo come sta accadendo nel settore dell’energia. Pur di proteggere gli affari dei proprietari delle decine di centrali termoelettriche che usano fonti fossili già costruite e che stavano andando fuori mercato per la concorrenza delle rinnovabili, il Governo Renzi sta facendo fare passi indietro sulle fonti pulite premiando le tecnologie inquinanti a discapito della salute dei cittadini e della lotta ai cambiamenti climatici.
Dal 2008 con la Direttiva 98 sui Rifiuti l’Unione Europea ha messo nero su bianco qual è la gerarchia nella gestione dei rifiuti. All’art.4 si può leggere chiaramente: 1)prevenire la produzione; 2)riuso; 3)riciclo; 4)recupero energetico (incenerimento); 5)discarica. Alleghiamo l’estratto della Direttiva.
Quindi per usare una metafora calcistica il Governo Renzi e il PD (e SEL in Abruzzo) sui rifiuti stanno facendo giocare l’Italia per il quarto posto in un campionato di 5 squadre. Complimenti!
Non ci resta che sperare nel ricorso contro l’Art.35 del Decreto Sblocca Italia promosso dalla Regione Lombardia davanti alla Corte Costituzionale che si deciderà a fine marzo. L’Abruzzo non fece ricorso e ora capiamo perché.
In ogni caso dopo la battaglia vinta contro Ombrina siamo già in cammino per bloccare questa deriva inceneritorista del governo D’Alfonso e del sottosegretario Mazzocca, in pieno accordo con i movimenti e le associazioni molisane.
Per questo aderiamo convinti alla campagna nazionale Stop Devastazioni e alle manifestazioni contro gli inceneritori e per la qualità dell’aria che si terranno nelle regioni vicine, il 14 febbraio a Terni e il 20 febbraio a Termoli’, dichiarano in conclusione.