Lavoro: record di assunzioni in Abruzzo

maurizio_sacconiNel secondo trimestre di quest’anno le assunzioni in Abruzzo si sono impennate, registrando un vero e proprio record: 5737, + 50% rispetto al secondo trimestre 2009 (3809 assunzioni) e + 335% rispetto al primo trimestre 2010 (1710 assunzioni).

Le cifre sono state snocciolate, questo pomeriggio, dall’assessore regionale alle Politiche del lavoro Paolo Gatti, in occasione del seminario informativo “Lavorare in Abruzzo – Una esperienza di successo da replicare nella programmazione del Fondo Sociale Europeo 2007/2013” che si è tenuto, a Pescara ed al quale hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Regione Gianni Chiodi, ed il ministro del Welafare Maurizio Sacconi.

Durante il seminario è emerso, infatti, che sono stati 1.550 i lavoratori assunti a tempo indeterminato dalle 652 aziende abruzzesi beneficiarie dei bonus assunzionali previsti dal bando “Lavorare in Abruzzo”, finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo 2000-2006.

Altre 405 aziende escluse dal beneficio dei bonus, sul totale di 2.580 aziende che hanno risposto al bando, hanno confermato comunque i 515 nuovi rapporti di lavoro contratti per partecipare al bando.

Il progetto Lavorare in Abruzzo ha di fatto prodotto, nell’arco di soli novanta giorni dalla pubblicazione dell’iniziativa, un totale di 2.065 nuove assunzioni a tempo indeterminato. L’assessore Gatti, alla luce del successo di questo progetto, ha deciso di finanziarlo con ulteriori 8 milioni di euro, individuati fra le risorse del Piano Operativo del Fondo Sociale Europeo 2008-2009.

In questo modo, lo scorrimento della graduatoria delle aziende, al momento escluse dai benefici, potrà produrre ulteriori 750-800 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato.

“Quella abruzzese” ha detto Sacconi “è una realtà che ha molte potenzialità ancora inespresse. Non dobbiamo pensare solo allo sviluppo industriale, ma credere di più nello sviluppo turistico che purtroppo è ancora troppo legato al cosiddetto turismo di rientro; investire sulle competenze che servono, le indagini su questo mercato del lavoro ci dicono che sono necessarie e che paradossalmente qualche volta non si trovano nonostante la disoccupazione”.

 

 

 

 

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