Pescara. La Regione Abruzzo ha presentato il nuovo Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), redatto in collaborazione con Abruzzo Sviluppo Spa.
Il Piano cave e torbiere, atteso da circa 30 anni, è uno strumento di regolamentazione ispirato al principio dello sviluppo sostenibile e non ha quindi natura di “piano urbanistico” in senso stretto, ma di portata regolamentare.
Dal censimento svolto nel 2012, e aggiornato nel 2015, in Abruzzo sono attive 265 cave e 2 miniere; mentre i siti dismessi sono 499. Le superfici autorizzate al 2015 sono 1.477,55 ettari (+4,45% rispetto al 2012). Mentre i volumi autorizzati sono 134.724.419 metri cubi. A fine 2012 esisteva un residuo pari al 61% sul totale autorizzato a livello regionale.
“E’ un provvedimento importante e strategico per la Regione, atteso da circa 30 anni”, ha detto il Sottosegretario Mario Mazzocca, che ha la delega alle cave e torbiere.
“Il piano prevede il conseguimento nel breve – medio periodo di un miglioramento del livello di sostenibilità ambientale ed economica dell’attività estrattiva, perseguendo – aggiunge il sottosegretario, – il contenimento del consumo del territorio, la razionalizzazione delle metodologie di coltivazione, la qualificazione dei recuperi ambientali e la valorizzazione dei prodotti estratti.
Un altro aspetto importante, – ha aggiunto Mazzocca, – è la verifica dei risultati del piano che avverrà in tempo reale anche grazie all’utilizzo di un software che consentirà di monitorare l’attività delle cave operative sul territorio regionale. E’ un risultato importante per la regione Abruzzo su cui abbiamo lavorato con attenzione”.
Ora, il piano sarà sottoposto a Vas e, dopo la conclusione del procedimento, inizierà il cammino legislativo in Consiglio regionale per l’approvazione finale.
“Regole precise nel rispetto del territorio”. Così il presidente della Giunta regionale, ha definito il nuovo Piano regionale delle attiività estrattive (PRAE), presentato, questa mattina, a Pescara, alla stampa.
“Un risultato – ha rimarcato D’Alfonso – al quale si arriva dopo decenni di assenza del Piano cave e di pagamento dello stesso Piano cave. Quasi un paradosso – ha aggiunto – che testimonia solo l’impegno che è mancato.
Noi, invece, in appena 18 mesi, abbiamo assunto l’obiettivo e lo abbiamo portato a termine. Per questo, – ha concluso – mi ritengo molto soddisfatto così come lo sono anche per gli altri obiettivi che abbiamo in agenda circa le regole riguardanti l’uso del suolo”.