Pescara. “Il freddo risveglia gli animi ambientalisti di consiglieri e comitati, peccato che ad oggi avremmo già potuto avere una proposta di legge approvata dal consiglio d’Abruzzo che scongiura definitivamente il pericolo dell’inceneritore” con queste parole Sara Marcozzi (M5S), prima firmataria della legge anti inceneritore in Abruzzo N.168/2015 (depositata già il 13 ottobre dello scorso anno), commenta la rincorsa alla tutela del territorio che si sta vedendo nelle ultime 48 ore da parte della giunta D’Alfonso e di alcuni comitati locali.
“Il 7 agosto, quando mi tocco l’amaro compito di allertare gli abruzzesi della bozza di decreto attuativo dello Sblocca Italia, forse faceva troppo caldo per interessarsi all’inceneritore” continua “ sarà questo il motivo per cui quando il M5S ha denunciato a gran voce che l’Abruzzo sarebbe stata la cornice di un nuovo impianto nocivo il consigliere Mazzocca (con delega all’ambiente) si è semplicemente girato dall’altra parte.
Avvisammo che questa era la possibilità che emergeva dal Parere sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29.7.2015 redatto dalla Segreteria della Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni recante una ricognizione degli impianti di incenerimento presenti e futuri nel nostro Paese.
Nell’Allegato III del parere, quello relativo alla “Individuazione degli impianti da realizzare o potenziare per soddisfare il fabbisogno residuo di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati”, si dava atto di un fabbisogno residuo annuo di incenerimento per la nostra Regione pari a 98.245 tonnellate e viene sottolineato come “In Abruzzo … RISULTA GIUSTIFICATA LA REALIZZAZIONE DI UN NUOVO IMPIANTODA 100.000 TONN/ANNO TALE DA SODDISFARE TALI ESIGENZE!”’
“L’Unica via percorribile, sostenibile e necessaria è una politica di gestione che persegua obiettivi progressivi di prevenzione della produzione dei rifiuti, raccolta differenziata, riciclo e riutilizzo. Non è un caso che lo scorso 2 Dicembre, la Commissione Europea abbia adottato un nuovo e ambizioso pacchetto di misure sull’economia circolare per rafforzare la competitività, creare posti di lavoro e generare una crescita sostenibile e qui in Italia, ahimè, ci ritroviamo ancora con i governi made in PD, Renzi e Presidenti di Regione che sostengono gli inceneritori.
La nuova direttiva europea infatti, parla di nuove soglie di RICICLO da raggiungere (il 75% per il 2030) e non, dell’ormai preistorico concetto, di recupero energetico! Non c’è bisogno di partecipare alle conferenze sul clima a Parigi, fra l’altro a spese dei cittidini abruzzesi, basterebbe leggersi le direttive UE!
Il Piano Regionale di gestione dei rifiuti è fermo al 2007. Regione Abruzzo ha speso ingenti somme in consulenze per la realizzazione del nuovo piano che giace nei cassetti dell’assessorato all’Ambiente dal 2013. “Quando si deciderà il Sottosegratario Mazzocca a portare il piano in Aula?” commenta Marcozzi “questa è una regione fantasma, che nasconde le programmazioni più importanti per la vita dei cittadini, come avviene per il piano sanitario, si preferisce sempre arrivare alle emergenze per poi mettere i cittadini di fronte a scelte ingiuste”.
“Regione Abruzzo deve approvare immediatamente la legge ed imparare da tutti gli errori che hanno commesso sulla questione Ombrina – continua Marcozzi – L’inceneritore va fermato con atti concreti! Basta propaganda politica, basta protagonismo.
La proposta di legge c’è! Che sia approvata immediatamente e che si manifesti per farla approvare, l’Abruzzo ha bisogno di persone responsabili dentro e fuori da palazzo. Avremmo potuto archiviare il pericolo inceneritore già da mesi. Non staremo a guardare mentre mentre politici e aspiranti tali fanno propaganda elettorale sulla pelle degli abruzzesi”.
LA NOTA DELLA CGIL ABRUZZO
‘Non è una novità: la previsione era contenuta nella bozza di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) sulla realizzazione di nuovi impianti di incenerimento in attuazione dell’articolo 35 del decreto legge 11372014, più noto come Sbocca Italia.
La notizia è solo la riduzione del numero totale di impianti previsto, 9 in tutto, e la certezza che uno sarà in Abruzzo, nonostante il voto contrario della nostra Regione in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Difficile capire se si tratta di miopia o di strabismo. O di entrambi.
Da un lato infatti il governo incenerisce rifiuti, dall’altro (vedi il collegato alla legge di Stabilità per il 2016) incentiva “il post-consumo e il recupero degli scarti”.
Per la Cgil Abruzzo ridurre, riutilizzare, riciclare la materia, recuperare energia sono le azioni fondamentali per una corretta gestione dei rifiuti, principi che sono confermati dal nuovo Pacchetto europeo sull’Economia circolare pubblicato il 2 dicembre 2015.
Con i rifiuti non si scherza, e la scelta di “incenerire” è in totale contrasto con quella di separare, riciclare, riusare i rifiuti.
Ma c’è una ragione in più che alimenta la nostra opposizione. La nostra regione, con i suoi pochi abitanti (1.300.000) ha raggiunto il 45% di riciclaggio, con un basso andamento di produzione di rifiuti, quindi – affinché l’impianto sia produttivo – occorrerà portare rifiuti da altre zone del Paese, in una fase in cui le quantità diminuiscono e restano ingenti i costi del trasporto.
La Cgil ricorda che nella strategia di lotta al cambiamento climatico in cui il nostro Paese è impegnato è necessario ridurre anche queste emissioni, quelle degli inceneritori e quelle del trasporto.
La Cgil Abruzzo considera sbagliate le scelte del governo e chiede alla Regione Abruzzo di incrementare tutte le azioni sull’intera filiera della gestione dei rifiuti, per una riduzione della produzione di rifiuti e della loro pericolosità, per la diffusione di “sistemi integrati” di raccolta, per ogni attività di riciclaggio, per favorire lo smaltimento dei rifiuti in luoghi prossimi a quelli di produzione.
La Cgil Abruzzo sostiene la riduzione dei rifiuti e il riciclaggio come via maestra dello sviluppo sostenibile, e sottolinea come questo sia un settore che può creare buona occupazione per gli abruzzesi’, si legge in una nota della CGIL Abruzzo.