Un milione di euro per il ripascimento morbido sul litorale di Pineto, Silvi e Alba Adriatica con un prelievo della sabbia quasi a ridosso della battigia, partendo da circa 500 metri dalla riva sino a meno di un miglio.
Ma l’operazione annunciata dalla Regione ha avuto il veto di Federpesca e Cogevo, il consorzio di gestione delle vongolare di Giulianova, i cui rappresentanti, Giovanni Di Mattia e Walter Squeo, nei giorni scorsi si sono incontrati con i responsabili del Demanio Regionale e delle opere marittime.
Era presente anche l’assessore Dino Pepe il quale si è mostrato attento alle questioni sollevate dalla categoria. Il prelievo sottocosta di sabbia causerebbe un danno ambientale, un impatto non indifferente, un danno anche all’ecosistema dei fondali perché verrebbero distrutti avannotti e uova della fauna ittica di questo habitat. I siti individuati dalla Regione per il prelievo sono tre, ad Ortona, Silvi e Pineto. La draga aspiratrice porterebbe via uno strato di 40 centimetri di sabbia che verrebbe poi scaricata a riva nelle zone di ripascimento.
“Noi non siamo affatto d’accordo”, ha sottolineato Squeo, “qui si fa di tutto per salvaguardare i fiumi, creare parchi marini, chiudendo anche le zone di pesca. Poi però la Regione decide per un’azione simile che va a danneggiare un ecosistema, creando problemi anche alla nostra categoria visto che le zone di prelievo della sabbia sono quelle di pesca”.
Duro anche il commento di Giovanni Di Mattia del Cogevo. “Abbiamo chiesto alla Regione”, ha sottolineato il presidente del Consorzio di Gestione delle Vongolare, “che il prelievo della sabbia venga fatto oltre il miglio e mezzo dalla costa. Però oltre il miglio e mezzo si troverebbe materiale non sabbioso, non adatto per il ripascimento. Noi abbiamo quindi chiesto al dipartimento delle opere marittime di rinviare il progetto, di annullarlo. E comunque, prima di qualsiasi altra decisione, chiediamo di essere informati sull’individuazione dei nuovi siti. Comunque, se ci saranno delle azioni che causeranno un danno ambientale, noi ci costituiremo parte civile con richiesta di risarcimento danni”.
La soluzione alternativa prospettata è quella di un prelievo oltre i 3mila metri dalla costa, nonostante i pescatori non siano del tutto d’accordo. Comunque, prima che la draga possa entrare in azione ci sarà un nuovo incontro con la marineria per definire tutti i dettagli.