Ortona. ‘Il ricorso al TAR da parte di Rockhopper è una mossa ampiamente prevista e conferma come la nuova norma entrata in vigore il primo gennaio 2016 sia un ostacolo insormontabile al progetto.
Lo scenario più probabile che si profila è il seguente, percorso che di fatto è lo stesso su cui stavamo lavorando in questi giorni noi ma per motivi esattamente opposti, come dichiarato ieri al TG3 della Rai.
Chiedere, cioè, al Ministero dello Sviluppo Economico un diniego all’istanza sulla base della nuova norma e, in caso di inerzia del Ministero, intervenire presso il TAR. A quel punto Rockhopper comunque avrebbe fatto ricorso’, dichiara in una nota il Coordinamento No Ombrina.
‘Tornando al ricorso già presentato, il Ministero (o il Commissario nominato dal TAR) a questo punto dovrà esprimere un parere negativo all’istanza in base alla nuova legge entrata in vigore il primo gennaio. A quel punto Rockhopper impugnerà il diniego e davanti al TAR solleverà una o più questioni di costituzionalità della nuova norma.
Con questa mossa Rockhopper cercherà anche di vedersi riconosciuti almeno i danni al Ministero per non aver rispettato i termini istruttori dell’istanza, non aver dato, cioè, parere positivo prima dell’entrata in vigore della nuova legge.
Fondamentali potranno rivelarsi a quel punto tutta una serie di ostacoli che avevamo frapposto rallentando l’iter, ad esempio il Parco Marino, visto che lo stesso ministero in conferenza dei servizi lo scorso 9 novembre mise nero su bianco che non aveva avuto il tempo di esaminare il provvedimento in quanto emanato pochi giorni prima. E’ vero che lo Stato ha proposto ricorso alla Corte Costituzionale su questa legge (e lì si vedrà se la norma era o meno compatibile con la nostra costituzione) ma a quell’epoca era vigente e lo è tuttora e quindi andava rispettata dal Ministero.
Rockhopper potrebbe anche cercare anche di evidenziare davanti al TAR un ipotetico contrasto tra norme italiane e quelle comunitarie chiedendo di disapplicare direttamente la norma. Crediamo sia un’ipotesi piuttosto remota’, si evidenzia nella nota.
‘Il TAR potrebbe rigettare la richiesta oppure mandare tutto alla Corte Costituzionale oppure chiedere un parere direttamente alla Corte di Giustizia sulla congruenza della legge italiana rispetto al Diritto comunitario.
In ogni caso è evidente che la nuova norma abbia bloccato il progetto e che abbia ribaltato i ruoli così come appare chiaro come non sia centrale la questione della sospensione del decorso temporale del Permesso di Ricerca (che comunque sarebbe scaduto tra anni anche senza la sospensione).
Eravamo noi prima a dover fare ricorso al TAR. Ora sono loro, in un sentiero molto stretto.
Ovviamente interverremo “ad opponendum” per contrastare tutte le istanze dell’azienda ed è fondamentale che anche tutti gli enti si presentino davanti al TAR, anche per evitare qualche “scherzo” da parte del Ministero’, conclude il Coordinamento.
‘Il 6 Gennaio 2016 la Rockhopper Exploration conferma ai propri investitori che con la legge di stabilità del 2016 è tornata in vigore la fascia di protezione delle dodici miglia e che il futuro di Ombrina è ora incerto. Si lasciano la porta aperta e aggiungono che ci sono delle possibili “exceptions” e che quindi stanno conducendo una “indagine approfondita” delle ramificazioni di questa decisione. Confermano che il titolo minerario è stato sospeso per un intero anno’, afferma invece sul suo blog la professoressa Maria Rita D’Orsogna.
‘Dunque, il risultato è che siamo ancora in limbo.
Fra gli investitori c’e’ anche chi auspica lo sfruttamento del
giacimento da terraferma con trivellazione in orizzontale lungo i sei
chilometri che separano Ombrina dalla riva, anche se pare questa una
ipotesi molto remota.
Sorge allora la domanda: perche’ questa conclusione che non e’ una vera
conclusione? La proroga alla concessione e il ripristino delle dodici
miglia sono per evitare il referendum antitrivelle? Per evitare lo scontro cannibale fra governatori PD che hanno firmato per il referendum e il governo centrale PD che invece e’
favorevole alle trivelle? O perche’ i prezzi del petrolio sono ormai ai
minimi e quindi uno standby ai petrolieri e’ utile? O ci sono altri sconosciuti motivi politici?
Non lo sappiamo, ne sappiamo cosa succederà il 31 dicembre 2016′, sostiene la celebre fisica.
‘Quello che però emerge con chiarezza è che a perderci non e’ solo
l’ambiente italiano, ma forse l’unica cosa piu’ importante:
la democrazia italiana.
E infatti inaudito che in un paese democratico le decisioni
su temi di interesse collettivo vengano cambiate ogni due-tre anni.
Prima del 2010 si poteva trivellare dove si voleva, nel 2010 arriva
una fascia di rispetto di 5 miglia o di 12 nel caso di aree protette, nel
2012 si decide che la fascia di rispetto debba riguardare solo
concessioni future, nel 2015 torna la fascia di rispetto. Ombrina arriva,
muore, resuscita, rimuore e adesso è in coma.
Non e’ normale questo. E poi, perche’ mai dobbiamo aspettare
un anno intero per conoscere il fato di Ombrina? Che un si sia si, che un no sia no, con coraggio
e chiarezza.
Questo modo altalenante di gestire la res publica e’ profondamente sbagliato perche’ non ci si può mai fidare del proprio governo, perche’ occorre sempre chiedersi
dove sta l’imbroglio, e perchè le partite iniziate anni e anni fa non finiscono mai mentre il resto del mondo corre.
E’ snervante un vivere civile cosi. La storia di Ombrina in Abruzzo
ha mostrato che ci sono tantissime persone che ci tengono all’ambiente,
e che vogliono fare la cosa giusta. Quante piu’ cose avremmo potuto fare
con l’energia di questi anni spesi a combattere i petrolieri?
Nel resto del mondo in questi dieci anni intere comunita’ si sono
re-inventate e hanno fatto programmi per arrivare al 100% di rinnovabili, e
qualcuno ci e’ pure riuscito. Noi invece siamo ancora qui a discutere di un petrol-mostro
che nessuno nel mondo civile mette a 6 chilometri da riva. Come pensiamo di
andare avanti come nazione?’
Mi occupo di petrolio, ma ai miei occhi Ombrina e’ solo un emblema
dell’attuale classe politica italiana: si credono furbi, invece sono solo
patetiche caricature a cui non importa niente del bene vero della
nazione’, conclude D’Orsogna.