“Ma non basta” ha aggiunto Febbo. “Chiederemo che si arrivi ad individuare, anche con il supporto di studi scientifici, un piano di gestione locale che fissi delle regole certe per tutti e adeguate alla conformazione e alla tipologia di pescato del mare Adriatico”.
Relativamente alla contestazione della marineria abruzzese, l’assessore è stato perentorio, sulla base di quanto confermato anche dal Minsitro, sulla impossibilità di intervenire con una qualche iniziativa di modifica del regolamento comunitario che inserisce l’uso delle maglie larghe e le distanze dal litorale. “La norma” ha detto “risale al 2006 e la marineria ha avuto quattro anni per controdedurre, anche con studi scientifici, ipotesi di mediazione guardando alla realtà del nostro mare che è certamente diversa da quella dei mari del nord”.
La richiesta del prolungamento del fermo biologico, il relativo sostegno economico e di salvaguardia dei livelli occupazionali, il piano di gestione locale costituiranno i punti della piattaforma che gli assessori delle quattro regioni stanno predisponendo in queste ore, in vista dell’incontro di mercoledì prossimo con il ministro Galan.
“Intanto” ha proseguito Febbo “anche per consentire un confronto operativo tra le istituzioni, ai massimi livelli rappresentate, e la marineria delle quattro regioni, abbiamo deciso di organizzare un convegno, che si terrà sabato 12 giugno a Teramo, nella sala convegni della Camera di commercio”.
Un momento di lavoro che, come ha spiegato il consigliere regionale Berardo Rabbuffo “consentirà alle marinerie di fare proposte ed interloquire con il livello tecnico e politico, che sarà presente anche con l’europarlamentare e componente la Commissione europea pesca Enzo Rivellini”.
Secondo Rabbuffo, le questioni nodali da affrontare riguardano il pesce azzurro e la pesca delle vongole. “Il primo perché, per le modalità in cui si svolge, scevro da regole, danneggia il prodotto ittico e limita le possibilità di reddito, il secondo perché tutta la pesca è limitata al litorale abruzzese sul quale insiste da poco anche un parco marino che ha sottratto sette chilometri di costa. Ecco perché, accanto alla richiesta di un de minimis sarebbe opportuno fissare regole”.
Il presidente della commissione consigliare Agricoltura Antonio Prospero ha, infine, sottolineato anche il risvolto negativo della crisi della marineria sul turismo della ristorazione, ma anche una evidente “incapacità di fare lobbing commerciale, con il risultato di subire decisioni che potrebbero essere facilmente controvertite. Per questo è un ottimo segnale che le quattro regioni limitrofe abbiano costituito un coordinamento”.