Sono tanti gli abruzzesi che vivono a Parigi. Altri che in queste ore, sono nella Capitale francese in vacanza o lavoro.
Dal ministero degli Esteri non giungono notizie di italiani morti, mentre due o tre sarebbero gli italiani rimasti feriti, tutti coinvolti nell’attentato alla sala concerti Bataclan. La notte del 13 novembre è costata fino ad ora 128 vittime e circa 200 feriti, tra cui 99 gravissimi.
Molti di loro, però, sono già tornati in Italia.
La rete, in questo caso, aiuta a districarsi più di ogni altro percorso “istituzionale”. Facebook ha attivato un’allert su coloro che erano a Parigi, e ovviamente sul fatto che stessero bene. Altri, invece, hanno a loro volta postato sui social le proprie impressioni e soprattutto hanno rassicurato amici e conoscenti, che stavano bene.
Siamo in un ristorante a la Bastille, credo non molto lontano dal posto in cui è avvenuta la sparatoria”. Così scrive in chat a un amico, poco prima della mezzanotte, Margherita, 30enne aquilana, da Parigi.”Abbiamo cominciato a notare uno strano movimento di sirene e poi di messaggi, hanno cominciato a ricevere tutti telefonate”.
“Abbiamo cominciato a notare uno strano movimento di sirene e poi di messaggi, hanno cominciato a ricevere tutti telefonate”. “A un certo punto hanno cominciato a sbaraccare tutto, quindi siamo stati costretti ad avviarci a piedi – scrive più tardi, sempre in chat, Margherita – Non ci hanno cacciato, ma eravamo rimasti solo noi e hanno cominciato a rimettere le sedie dell’esterno dentro il locale. Quindi abbiamo deciso di cominciare ad andare”. “Abbiamo percorso dei vicoletti e c’era ovunque polizia con fucili – continua – Per non parlare delle ambulanze. Sono tornati alla memoria pessimi ricordi”. “Come sto? Direi ok, ho avuto già un certo training”. “C’erano un sacco di aquilani stasera, anche Agnese che alloggiava vicino al Bataclan”. “Se c’è una cosa che ho imparato è che al destino non si sfugge”. “Sono qui solo in questi giorni, parto domenica, in teoria. Mi domando cosa sarà domani. Domani Parigi sarà sicurissima. Non trovi?”. “Abbiamo percorso dei vicoli e c’era ovunque polizia con fucili – scrive più tardi – Per non parlare delle ambulanze. Sono tornati alla memoria pessimi ricordi”.