Lo afferma il responsabile regionale della Fita-Cna, Renato Giancaterino, a detta del quale “l’elenco diffuso nella giornata di ieri dalle agenzie di stampa e relativo a una dozzina di “raccordi” autostradali italiani, tra cui l’Asse attrezzato Chieti-Pescara, avrebbe per ora solo carattere “ufficioso”, e pertanto non essere ancora quello definitivo. Dunque, passibile di un allargamento anche ad altre strade, la più indiziata delle quali, in Abruzzo, sarebbe proprio la Teramo-Mare. Secondo Giancaterino, “la misura decisa dal governo rischia di produrre effetti in serie, penalizzando le imprese dell’autotrasporto, le famiglie, i pendolari, le attività commerciali, ma anche l’ambiente. Poco infatti si riflette sul rischio che il pagamento di un pedaggio finisca per riversare dosi massicce di traffico lungo le strade adiacenti che corrono nei centri abitati, e del tutto non idonee ad affrontare la prevedibile massa di traffico che rischia di affluire”. A detta della Fita-Cna, «occorre adesso una decisa mobilitazione delle istituzioni locali – dalla Regione alle Province – affinché questo provvedimento sia rivisto”.
Le preoccupazioni del Pd. Anche il Partito Democratico si è dichiarato assolutamente contrario l´ipotesi di introdurre il pedaggio sull´asse attrezzato, “la tassa più pesante degli ultimi vent´anni”, come l´ha definito Silvio Paolucci, segretario regionale. “Tutte le promesse del centrodestra di abbassare le tasse si infrangerebbero di fronte a questa imposta odiosa e che colpirebbe indiscriminatamente, a partire dai pendolari” sostiene in merito Paolucci “e che rischierebbe di compromettere lo stesso tessuto produttivo, l´università, i consumi, danneggiando gravemente la competitività dell´area metropolitana. Una tassa vigliacca che punterebbe a fare cassa colpendo tutti, senza un minimo equilibrio in base alle reali possibilità economiche delle persone. Questo smaschererebbe definitivamente la vera natura del Pdl, il partito delle tasse in Abruzzo”.
Critiche anche da Cesare D’Alessandro (Idv). “Berlusconi dispone e Chiodi esegue”, è quanto dichiara il consigliere regionale Cesare D’Alessandro: “Berlusconi, come tutti sanno, ha giurato di non mettere le mani nelle tasche degli Italiani; allora, non potendo mantenere il giuramento, lascia a Chiodi il compito di prenderci per il collo. Dopo averci confermato, per i prossimi due anni, il titolo poco invidiabile di ‘regione canaglia’, ha lasciato a Chiodi l’obbligo di farci pagare le tasse come più non si può, per ripianare i debiti della sanità. “Ora arriva la fantasmagorica indicazione di fare cassa con l’Asse attrezzato Chieti-Pescara. E’ un’arteria frequentata ogni giorno da migliaia di automobilisti costretti a transitarvi se non si vuole appestare letteralmente di ossido di carbonio e altre tonnellate di polveri sottili la città di Pescara”. “Tassare le auto circolanti sull’Asse attrezzato è come imporre ai cittadini abruzzesi una gabella di tipo medievale, riservata ai viandanti; una gabella, per di più, pagata da cittadini che quotidianamente si recano al lavoro e che già arrivano a fine mese con grandi difficoltà”. “Chiodi” – conclude Cesare D’Alessandro – “così attento a curare la propria immagine, per la quale spende centinaia di migliaia di euro dei contribuenti abruzzesi, di fronte a questa scandalosa decisione del Governo Berlusconi fa scena muta, non muove letteralmente un chiodo; Berlusconi ci salassa e il Governatore gli porge la siringa! Ma adesso è ora di dire basta. Altro che fiscalità di vantaggio per il Sud, siamo di fronte a un nuovo brigantaggio che vuole far pagare sempre di più chi già paga troppo, mentre non fa pagare nulla, o quasi, a chi non ha mai pagato!”.
Ruffini (Pd): “il rischio pedaggio per la Teramo-Mare esiste”. “Il pericolo che i teramani si ritrovino un ticket è concreto ed è tutt’altro che un’ipotesi remota” dice il consigliere regionale Claudio Ruffini, “il provvedimento del Governo consente infatti all’Anas di imporre un pedaggio in funzione di investimenti per opere da completare o mettere in sicurezza, quindi la nostra Teramo-Mare è un boccone succulento per le casse del Ministro Tremonti. Secondo Ruffini la Teramo-mare potrebbe essere interessata in quanto ricorrono i presupposti del completamento e della mancanza di sicurezza su cui tra l’altro c’è un’indagine della Magistratura.”Il raccordo teramano non è sicuro” prosegue Ruffini,” perché non ha la corsia di emergenza, inoltre non è mai stato completato il 4 lotto. Un pericolo concreto che difficilmente la Provincia di Teramo riuscirà a scampare. Se venisse introdotto il pedaggiola responsabilità politica sarebbe di questo Governo, colpevole due volte, perchè fu proprio Tremonti a togliere il finanziamento di 33 milioni di euro che il Governo di centro-sinistra con il Ministro alle Infrastrutture Di Pietro aveva stanziato per il completamento dell’opera. Un taglio operato dal Ministro senza neanche avvertire gli enti titolari della progettazione (Anas e Provincia di Teramo) che si ritrovarono senza soldi e senza il tempo necessario per arrivare alla progettazione definitiva, motivo per cui il Ministero privò il nostro territorio del finanziamento. “Ormai in questa Provincia non arriva più un euro”, incalza il consigliere del Pd, “ma la cosa più grave è che adesso i cittadini della Provincia di Teramo siano chiamati a contribuire direttamente con le loro tasche al risanamento dei bilanci dello StatoPer il consigliere regionale, siamo al paradosso:per avere un collegamento con la costa che altre Province hanno da decenni, vedi Ascoli con Porto d’Ascoli, dobbiamo praticamente auto-tassarci e finanziarne il completamento.