Napoli. La Capitaneria di Porto di Napoli ha sequestrato circa 5 tonnellate di polpi (Octopus vulgaris) di peso inferiore ai 450 grammi, per i quali è vietata la pesca in base alla norma comunitaria del 2009.
Il carico, proveniente dal Marocco e sequestrato nel capoluogo campano, era diretto ad un’azienda di distribuzione di prodotti ittici con sede in Abruzzo.
Il personale della Capitaneria ha cominciato a nutrire qualche sospetto durante il controllo della documentazione relativa al container; da successive verifiche ha scoperto 226 pacchi di polpi sotto misura coperti da altri imballaggi contenenti altre 15 tonnellate, risultate regolarmente commerciabili.
La merce è stata prima interamente sequestrata, poi analizzata; la parte pulita del carico, invece, è stata dissequestrata e consegnata al destinatario.
Nei confronti dell’azienda abruzzese, inoltre, è stata emessa una denuncia per pesca e commercializzazione di specie sotto misura.
Le cinque tonnellate risultate illegali, ancora congelate in camion refrigerati, non sono state distrutte, ma donate attraverso la Curia napoletana a sei comunità e a venti mense.
“Abbiamo preferito che il prodotto venisse distrutto dai succhi gastrici di chi ne ha davvero bisogno” ha dichiarato il contrammiraglio Domenico Picone, direttore marittimo della Capitaneria. “La nostra idea ha trovato nel cardinale Crescenzio Sepe un interlocutore perfetto, che si è subito attivato per redigere l’elenco delle strutture in grado di conservare la merce, in modo da non sprecarla”.
Il moderatore della Curia, mons. Gennaro Matino, parla di “operazione di tutela della legalità e di opera di misericordia. E’ un dono prezioso per chi vive in questi contesti, che ormai non è più il classico barbone. Spesso ci sono intere famiglie e persone che non riescono ad arrivare alla fine del mese”.