Pescara. Con una delibera dei quattro Consigli provinciali da far approvare con urgenza nei prossimi giorni, le Province Abruzzesi si schierano contro il progetto di “Sviluppo del giacimento Ombrina Mare nell’ambito dell’istanza di conferimento della Concessione di Coltivazione di idrocarburi”, che rappresenta ormai la battaglia simbolo della comunità abruzzese alla trivellazione del Mar Adriatico, giunta alla sua fase conclusiva con la conferenza dei servizi fissata presso il Ministero dello Sviluppo economico per domani, 14 ottobre, a Roma.
“Siamo rappresentanti di enti locali che svolgono tutt’oggi un ruolo di coordinamento e di sintesi tra i livelli di governo – dichiara il Presidente dell’UPI Abruzzo nonché Presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco – e siamo tenuti a fare da portavoce delle istanze dei cittadini e dei portatori di interesse che nel nostro territorio, trasversalmente, hanno manifestato con forza contro le trivellazioni per la ricerca e lo sfruttamento degli idrocarburi sulla terraferma e in Adriatico”.
“Con un atto unitario e rafforzativo dei nostri impegni, al Governo chiediamo ripensamenti sulle politiche energetiche ed ambientali – spiega il Presidente Di Marco – nel rispetto della strategia condivisa a maggioranza dalle Amministrazioni abruzzesi che mira essenzialmente allo sviluppo delle fonti rinnovabili e alla valorizzazione dell’identità economica turistica ed ambientale dell’Abruzzo.
Insieme ai miei colleghi Presidenti di Provincia assumeremo impegni in linea con quanto attivato in altri consessi, con l’obiettivo di promuovere e sensibilizzare i nostri Parlamentari a modificare la normativa nazionale al fine di scongiurare la trasformazione dell’Abruzzo in distretto petrolifero e di contrastare con tutti gli strumenti a disposizione quei progetti che minacciano il Mar Adriatico.
Sosterremo a tal fine anche il quesito referendario condiviso da dieci Consigli regionali per l’abrogazione dell’art. 35 del “Decreto Sviluppo” nella parte in cui ha consentito il riavvio dei procedimenti per le estrazioni petrolifere entro le 12 miglia marine e, tra questi, quello relativo al progetto “Ombrina mare”.
M5S ATTACCA SU OMBRINA: ‘PD E SEL, PROMESSE DA MARINAIO’
“Ad oggi l’unico atto normativo concreto contro Ombrina e le trivellazioni nell’adriatico resta la proposta di legge di iniziativa regionale alle Camere per la modifica dell’art. 35 del Decreto Sviluppo presentata dal M5S e approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nella scorsa seduta” dichiara Sara Marcozzi, M5S. A nulla sono servite, infatti, le promesse del Sottosegretario Mazzocca e le dichiarazioni del Presidente D’Alfonso sulla “certa” approvazione della legge istitutiva del Parco Regionale della Costa dei Trabocchi in tempo utile per esibirla nella Conferenza di Servizi decisoria che si terrà il 14 ottobre presso il MISE.
In Commissione Ambiente, la legge presentata dal Presidente Pietrucci e da Mazzocca non è stata neanche discussa “perché non ci sono i tempi utili per le audizioni”, così ha commentato il presidente della seconda commissione.
Eppure du rante lo scorso consiglio regionale, tutti sembravano d’accordo. “Sembravano, appunto – commenta Sara Marcozzi – E’ per questo che il M5S aveva chiesto a gran voce l’approvazione immediata della legge sul Parco nel corso della seduta di consiglio, nell’interesse dell’Abruzzo, nonostante non fossimo noi i firmatari. Il M5S era pronto a votare una legge che, seppur con qualche difetto procedurale, avrebbe portato sul tavolo romano un’altra arma che Regione Abruzzo avrebbe potuto spendere contro i sostenitori del Progetto Ombrina. Non vediamo l’impedimento nel votare l’istituzione del Parco – continua Marcozzi – dopo che allo scorso consiglio è stata approvata all’unanimità anche la legge, palesemente incostituzionale, a firma Mazzocca. Qual è ora il problema nell’istituzione del Parco?”
A nulla è servita la presenza di alcuni amministratori locali convocati a L’Aquila per l’audizione, come prescritto dalla legge, i quali arrivati per partecipare alla discussione in II commissione se ne sono tornati a casa senza neanche essere auditi.
Hanno illuso cittadini e comitati argomentando che fosse necessario un passaggio in commissione per “studiare bene le carte”. “Ebbene, oggi la commissione c’è stata” – continua Marcozzi – ma eccezion fatta per il M5S, nessuno si è speso neanche per iniziare la discussione. Purtroppo questo non ci sorprende, le priorità che contraddistinguono ogni azione di questa maggioranza e, evidentemente, anche il centro destra, non coincidono con quelle dei cittadini abruzzesi. Attendiamo ora che i parlamentari abruzzesi di PD, SEL e di ogni altro schieramento, che ultimamente tanto si sono spesi contro le trivelle, facciano pressioni per calendarizzare a Roma la proposta di legge del M5S per poi votare in favore della stessa. Ombrina deve esser e fermata.”