“La vivace discussione legata alle cosiddette verticalizzazioni, oggetto in questi giorni di un apposito tavolo di concertazione tra la parte pubblica e quella sindacale, è comprensibile in quanto la vicenda riguarda molti dipendenti della Regione”.
L’assessore regionale al Personale Federica Carpineta torna a parlare dei dipendenti della Regione Abruzzo. “So che sono tanti” ha detto l’assessore “e che da tanti, forse troppi anni, aspettano di vedere aperto quel percorso di crescita professionale che a loro è stato sempre precluso fino ad oggi e che rischia di diventare impossibile. La sterile polemica sulle responsabilità porterebbe beffardamente un’unica soluzione: l’impossibilità di fare qualcosa per chi, tra i dipendenti regionali, aspira a salire di livello dopo tanti anni di attesa”.
Carpineta spiega, infatti, che la recente normativa impedisce a chi non è in possesso di titoli legalmente previsti di accedere ai diversi livelli del pubblico impiego. “Questa è una regola che vale già per tutti. Ma, fortunatamente, non vale ancora per l’Abruzzo. Domani, infatti, il tavolo della concertazione potrà discutere le modalità di questa che è l’ultima possibilità per quei molti di accedere al rispettivo livello superiore senza il prescritto titolo, perché ho ottenuto dal Ministero della Funzione Pubblica una speciale deroga per l’Abruzzo”.
In sostanza, si tratta di un autorevole parere che consentirà alla Regione Abruzzo di programmare una verticalizzazione alla quale possano accedere anche coloro che posso spendere come titolo l’anzianità maturata al servizio della Regione Abruzzo. “Questa deroga” continua l’assessore “è frutto di una mia iniziativa politica, basata innanzitutto sull’intuizione che l’evento sismico valeva come causa di forza maggiore per la sospensione dei termini relativi a quanto già avviato ma non concluso; basata poi sul paziente e tenace lavoro di convinzione rivolto al Ministro Brunetta ed al Dipartimento della Funzione Pubblica e, infine, basata su un accordo, non scritto ma vincolante politicamente, che si sarebbe comunque tenuto fermo il criterio che ora è alla base della normativa nazionale: cioè che la selezione del personale ai vari livelli deve essere decisa solo dal merito. E’ nell’interesse superiore della pubblica amministrazione avere il miglior personale disponibile”.