Le donne del WWF Abruzzo si sono rivolte al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo per rivolgere un appello “rosa” contro la deriva petrolifera nella nostra Regione.
“Gent.ma Ministro Stefania Prestigiacomo,
ci rivolgiamo a Lei certe che questo appello “al femminile” sarà accolto con la sensibilità che già in diverse occasioni ha manifestato nei confronti dell’ambiente e della natura.
Da alcuni anni tutto il movimento ambientalista abruzzese è fortemente mobilitato a contrastare la deriva petrolifera cui sembra destinata la nostra regione.
In questi ultimi anni, a partire dalla vicenda legata al progetto di estrazione del petrolio presentato dall’ENI (cosiddetto Centro Oli) ad Ortona, forze politiche, economiche ed ambientaliste si sono ritrovate compatte nell’esprimere contrarietà ad ogni ulteriore ipotesi di attività estrattive a terra e in mare, preoccupate delle conseguenze negative sull’ambiente, sulla salute e sulle economie legate all’agricoltura, alla pesca e soprattutto al turismo.
Un dossier di WWF e Legambiente, presentato il 16 Febbraio 2009 in occasione del quarto anniversario del Protocollo di Kyoto, contenente dati e numeri sui permessi di ricerca, concessioni di coltivazioni e di stoccaggio di idrocarburi in Abruzzo, ha restituito un’immagine diversa da quella ormai entrata nella nostra cultura e nell’immaginario collettivo anche internazionale: il territorio conosciuto come la Regione Verde d’Europa per la presenza di estesi Parchi Nazionali e Regionali di eccezionale bellezza ed importanza sta diventando, concessione dopo concessione, un vero e proprio distretto petrolifero.
Quasi la metà dell’Abruzzo (49,11%) e circa i tre quarti dei Comuni (221), che racchiudono
nell’insieme quasi l’80% della popolazione regionale (1.045.488 abitanti), sono interessati da concessioni o permessi di ricerca di idrocarburi.
Anche il nostro mare è interessato da sette concessioni di coltivazione in atto e diverse sono le istanze di nuove ricerche e nuove concessioni. Eppure, il nostro mare e la nostra costa sono meritevoli di tutela. Proprio recentemente si è concluso, con la Sua firma e quella del Ministro Tremonti, l’iter approvativo del Parco Marino del Cerrano mentre è stato ripreso quello del Parco Marino della Costa Teatina che ci auguriamo si concluda al più presto.
In realtà tutto il mare Adriatico è interessato da queste attività e con grande attenzione stiamo seguendo anche l’evolversi delle istanze di ricerca che si vorrebbero svolgere nei fondali tra il Gargano e le isole Tremiti nella vicina Puglia.
Due sono, pertanto, gli argomenti principali che desideriamo sottoporre alla Sua cortese attenzione con l’invito ad intervenire sia con adeguate iniziative legislative sia con provvedimenti cautelari:
– La prima questione è strettamente legata alla procedura di approvazione che essendo attivata singolarmente per ogni istanza di coltivazione o di ricerca non restituisce la reale situazione nel suo complesso. Realmente ci troviamo di fronte cioè ad un mal celato piano regionale di sfruttamento degli idrocarburi con significativi effetti negativi sull’ambiente che non viene sottoposto alla procedura della Valutazione Ambientale Strategica così come invece la Direttiva Comunitaria 2001/42 impone. La procedura della VAS dovrebbe garantire, infatti, un elevato livello di protezione dell’ambiente e la promozione dello sviluppo sostenibile, nell’attuazione dei piani e programmi che hanno significativi effetti sull’ambiente. I devastanti effetti sull’ambiente, sull’economia e sulla salute delle trivellazioni petrolifere in Basilicata inducono a considerare questo come il problema centrale;
– La seconda riguarda maggiormente la tutela del mare. A luglio di quest’anno tutti gli stati
membri dell’Unione Europea dovranno recepire la Direttiva Quadro sulla Tutela del Mare e degli Oceani, mentre i petrolieri vogliono continuare a trivellare il mare a pochi Km dalla riva. L’Adriatico è un mare quasi chiuso, poco profondo e un incidente di gran lunga meno grave di quello che sta provocando un disastro ambientale dalle dimensioni gigantesche nel Golfo del Messico, ne determinerebbe la morte assoluta.
Da Santa Monica in California la Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna, appassionata paladina di questa battaglia, così ha scritto ai tantissimi giovani che hanno partecipato alla manifestazione “No Petrolio, Sì all’Abruzzo delle rinnovabili” a San Vito Chietino (CH) il 18 Aprile scorso: “Trivellarci sarà un processo irreversibile di inquinamento, malattie, rischi di subsidenza, di scoppi e di incendi, in mare ed in terraferma da cui non trarremo nulla di buono. Proprio nulla. Lasciamo il nostro petrolio dove l’ha messo madre natura – sottoterra.”
Gent.ma Ministro, sarebbe per noi un onore accoglierla in visita per un sopralluogo lungo la costa abruzzese alla scoperta dei luoghi di straordinaria bellezza che rischiamo di perdere se le autorizzazioni alle trivellazioni non saranno bloccate. Sarebbe bello che il suo nome rimanesse per sempre legato alla vittoria di quella che per noi rappresenta una vera e propria battaglia di civiltà.
Cordiali saluti”
WWF Abruzzo (Camilla Crisante)
WWF Pescara (Loredana Di Paola)
WWF Chieti (Nicoletta Di Francesco)
WWF Teramo (Fausta Filippelli)
WWF L’Aquila (Anna Narciso)
WWF Ortona (Fabrizia Arduini)
WWF Lanciano (Ines Palena)
WWF Pescasseroli (Anna Nanni)
WWF Anversa (Filomena Ricci)
WWF Montesilvano (Vanessa Ponziani)
WWF Giulianova (Gabriella Cassiani)
WWF Vasto (Alessia Felizzi)
WWF San Vito (Assunta di Florio)
WWF Roccamontepiano (Sabrina Di Renzo)
WWF Francavilla (Ersilia Costanzo)
WWF Fossacesia (Paola Natale)
WWF Torino Di sangro (Maria Laura Pierini)
WWF Miglianico (Chiara Rizzi)
WWF Pettorano (Serena D’Aurora)
WWF Avezzano (Barbara Filippi)
WWF Collelongo (Flavia Ranalli)
WWF Spoltore (Guya Marconi)
WWF Atri (Caterina Marina Sciarra)
WWF Pineto (Marina De Ascentiis)