“Stando infatti alle norme contenute nel Piano – spiega Caramanico – è fatto divieto di insediamento alle nuove attività industriali che emettono emissioni in atmosfera nelle aree esterne alle aree industriali. Dunque, stando quindi a quella che è una norma adottata dalla nostra Regione, il progetto della società americana Forest Oil corporation – che interessa direttamente l’area di Bomba e prevede lo sviluppo del campo gas Monte Pallano, tramite la perforazione e la messa in produzione di cinque pozzi e la realizzazione di un Impianto per il Trattamento del gas estratto – non avrebbe alcuna ragione per essere preso in considerazione. Mi auguro dunque che la questione si risolva in breve tempo alla luce di questi impedimenti oggettivi che i tecnici della Regione Abruzzo non possono certo dimenticare”. La contrarietà al progetto, era stata già manifestata (con l’invio di osservazioni sia alla Regione che al ministero) dalle imprese turistiche che fanno capo a Assoturismo-Confesercenti.
Il dissenso della Cna. No alla richiesta di nuove trivellazioni per la ricerca petrolifera nel lago di Bomba, perché muovo nella direzione opposta alle vocazioni produttive e ambientali che il territorio ha cercato di affermare in questi anni. Arriva alla Cna, che in un documento inviato alla presidenza della Regione ed all’Ufficio per la valutazione dell’impatto ambientale, esprime la propria contrarietà alla richiesta formulata dalla società “Forest-Oil”, con l’invito a bocciare il progetto. “La proposta di trivellare il lago da parte della società americana, alla ricerca di petrolio e gas, e per l’installazione di una raffineria-desolforatore nelle strette vicinanze del lago – scrive il presidente della confederazione artigiana provinciale, Savino Saraceni – è in stridente contrasto con tutto ciò che le amministrazioni locali e regionali hanno progettato e previsto negli ultimi vent’anni per questo territorio e per l’intera comunità della Valle del Sangro. Un territorio che, proprio in seguito a tali attenzioni, ha conosciuto negli ultimi anni una fase di continuo sviluppo, sotto l’aspetto della tutela ambientale, della produzione di energie rinnovabili e della valorizzazione dei suoi prodotti agricoli e naturali, visto che sono molti i prodotti della zona che godono dei riconoscimenti Igt, Dop e Doc”.
Alle critiche di carattere produttivo, Saraceni aggiunge quelle di carattere ambientale, perché “è impossibile conciliare attività turistico-naturaliste con la presenza di pozzi e raffinerie. La zona direttamente interessata dalla richiesta è caratterizzata da colline e montagne di alto pregio naturalistico. L’impatto visivo di un simile impianto, comprometterebbe certamente la bellezza e la peculiarità della vallata, che si trova a ridosso di aree archeologiche, oasi naturali e ben due zone “Sic”, ovvero di Siti di importanza comunitaria. Il desolforatore ed i pozzi di petrolio saranno installati nel cuore di una zona attualmente interessata da una rinascita turistica, con il proliferare di attività ricettive – hotel, bed and breakfast, gite in canoa sul lago, vela e surf, ristorazione – che attraggono già, e sempre più richiameranno in futuro, turisti dal resto d’Italia e d’Europa. Il nostro e’ un turismo strettamente legato ad una immagine sana del territorio, della sua natura, dei suoi paesaggi e della sua biodiversità”.