Pescara. In Abruzzo è emergenza credito e fisco locale. Sempre meno credito viene erogato alle imprese artigiane: a marzo 2015, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si registra una flessione di ben 78 milioni di euro, pari al -7%, dato che colloca la regione al penultimo posto della classifica nazionale.
Male anche i dati relativi al fisco locale che, in Abruzzo, comprensivo anche della cosiddetta ‘tassa sulla tassa’ relativa all’indeducibilita? dell’Imu, pesa, su una micro impresa-tipo di cinque addetti, per ben 11.621 euro, pari a 2.324 euro per addetto. Il dato regionale è superiore alla media italiana (11.164 euro, 2.233 euro per addetto) e l’Abruzzo si posiziona al sesto posto della graduatoria nazionale.
I dati, frutto di un approfondimento di Confartigianato Abruzzo su elaborazioni del Centro studi di Confartigianato nazionale, sono stati illustrati, nel corso di una conferenza stampa nella sala Camplone della Camera di Commercio di Pescara, dal presidente e dal segretario dell’associazione regionale, Lorenzo Angelone e Daniele Giangiulli, i quali hanno lanciato un appello alla Regione Abruzzo e al governatore Luciano D’Alfonso, affinché preveda “misure di fiscalità di vantaggio, procedendo, al contempo, a sostenere le politiche per l’accesso al credito”.
Il credito. La flessione pari a 78 milioni di euro si registra a fronte di uno stock, comprensivo delle sofferenze, di 1.038 milioni di euro concesso al comparto. L’Abruzzo, insieme al Friuli Venezia Giulia, è al penultimo posto della classifica nazionale. I dati sono ancora più allarmanti se si analizza la serie storica della dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato, sempre negativi rispetto al marzo 2013 ed in peggioramento dallo scorso trimestre a livello regionale e in tutte le province.
A livello territoriale, in tre province su quattro – Pescara, Chieti e Teramo – la flessione è superiore al -5% registrato in media a livello nazionale. Il calo dei prestiti all’artigianato, al lordo delle sofferenze, è stato più accentuato in provincia di Teramo, che registra erogazioni pari a 287 milioni di euro, con un calo del 9,9% rispetto al marzo 2014. Seguono la provincia di Chieti (311 mln, -7,2%) e quella di Pescara (240 mln, -5,5%). L’Aquila, con 200 milioni e il -3,8%, è l’unica provincia abruzzese a far registrare un calo inferiore rispetto alla media nazionale.
Il fisco locale. Sul fronte tasse il dato abruzzese – 11.621 euro, pari a 2.324 euro per addetto – è superiore alla media italiana (11.164 euro, 2.233 euro per addetto). In Abruzzo, per una micro impresa, il totale dei cinque tributi locali – addizionale regionale, addizionale comunale, Irap, Imu e Tasi – nel 2014 è pari a 10.705 euro, cui si aggiungono 916 euro di ‘tassa sulla tassa’. Per quanto riguarda le singole aliquote, l’addizionale regionale è pari all’1,73% (2013), l’addizionale comunale è pari allo 0,60% (2013), l’Irap al 4,55% (2012), l’Imu al 9,25 per mille (2014) e la Tasi allo 0,70 per mille (2014). L’Abruzzo, inoltre, è la quinta regione per la più alta incidenza dei tributi regionali (Irap e addizionale regionale Irpef): sono pari al 60,8% (58,9% in Italia). A livello territoriale, in testa c’è la provincia di Teramo, con un totale di 11.859 euro, 2.379 euro per addetto e la 20/ma posizione in Italia, seguita da Pescara (11.750 euro, 2.350 euro, 24/ma posizione), Chieti (11.589 euro, 2.318 euro, 28/ma posizione) e L’Aquila (11.254 euro, 2.521 euro, 41/ma posizione). In testa alla classifica nazionale c’è la provincia di Napoli (2.523 euro), mentre chiude la graduatoria Aosta (1.643 euro).
“Il credito che continua a mancare da un lato e l’elevata pressione fiscale dall’altro – commenta il presidente di Confartigianato Abruzzo, Lorenzo Angelone – stanno letteralmente mettendo in ginocchio il tessuto imprenditoriale abruzzese, già martoriato da una crisi senza precedenti. E’ quindi indispensabile che la Regione faccia la propria parte con misure di fiscalità di vantaggio per tutte le imprese e, soprattutto, è necessario che proceda in tempi rapidissimi a sostenere le politiche per l’accesso al credito”.
“Dobbiamo scongiurare l’ipotesi di dover restituire alla Comunità Europea i fondi della vecchia programmazione – afferma il segretario regionale dell’associazione, Daniele Giangiulli – per questo vanno recuperati tutti i residui, che devono essere destinati, entro la fine del mese di ottobre, ai bandi già aperti per il sostegno al credito delle Pmi abruzzesi”.