Concessioni petrolifere in Abruzzo: il Pd chiede il blocco

petrolio_2In una lettera indirizzata al Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il capogruppo regionale PD, Camillo D’Alessandro, si schiera in difesa della L.R. n. 32 del 2009 e chiede della revoca di tutti i provvedimenti di concessione e di autorizzazione sinora rilasciati.


“Le recenti cronache dell’incendio ed il crollo della piattaforma petrolifera della Bp, a 70 chilometri al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, – si legge nella lettera – ripropongono con assoluta priorità il tema della salvaguardia dell’ambiente che ci circonda. Le immagini della macchia nera che potrebbe raggiungere le spiagge e rendere la regione della Louisiana paludosa, causando un disastro ecologico senza precedenti, hanno scosso la sensibilità di quanti hanno a cuore la salute della Terra che ci ospita. Barack Obama ha dichiarato che si tratta di una catastrofe nazionale e ha bloccato tutte le nuove attività di trivellazione finché non verranno comprese le cause dell’incidente.”
“Nel frattempo – continua D’Alessandro – sono in molti a chiedersi se quello che è accaduto in America non rappresenti un pericolo che si possa concretizzare anche per le coste Abruzzesi.”
Il gruppo consiliare del PD chiede, quindi, al Governatore Chiodi di rivedere la posizione della Regione Abruzzo in materia di concessioni per la ricerca di idrocarburi, salvaguardando la vocazione di regione verde d’Europa.
D’Alessandro sottolinea che la Legge regionale n.32/2009 finora  ha rappresentato l’unico strumento legislativo vigente  in grado di impedire nuove concessioni per le attività legate alla ricerca di idrocarburi. La legge, recante “Provvedimenti urgenti a tutela del territorio regionale”, stabilisce infatti che in talune aree del territorio della Regione Abruzzo non sono ammesse le attività di prospezione, ricerca, estrazione, coltivazione e lavorazione degli idrocarburi liquidi, rendendo evidentemente illegittimo ogni atto di concessione o di autorizzazione già rilasciato e precludendo altresì la possibilità che per le aree interessate dal divieto siano rilasciati titoli ulteriori, che consentano l’esercizio delle attività medesime.
Pertanto, nonostante la legge regionale n. 32 del 2009 sia stata impugnata dal Governo dinanzi alla Corte costituzionale e che pertanto essa sia sospetta di incostituzionalità, il PD fa notare che quand’anche la legge regionale fosse costituzionalmente illegittima, fin tanto che la Corte costituzionale non la dichiari tale essa è perfettamente efficace e, dunque, applicabile. Il ricorso del Governo non comporta, infatti, alcuna sospensione della sua efficacia.
Per queste ragioni il Partito Democratico ritiene necessario che l’amministrazione regionale si attivi e chieda all’autorità competente la revoca di tutti i provvedimenti di concessione e di autorizzazione sinora rilasciati.

Raffaele Di Marcello

 

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