Scende la Cassa Integrazione ma la ripresa resta ancora debole e incerta

Pescara. Crolla la cassa integrazione nel primo semestre di quest’anno e, per la prima volta dopo tanti anni, scende in tutte e tre le sue componenti: ordinaria, straordinaria e deroga.
Il dato più interessante è la netta diminuzione delle ore di straordinaria, che da tempo rimanevano stabili a livelli molto elevati, rivelando tutta la debolezza di un sistema industriale devastato da continue e ricorrenti crisi strutturali.

Il ricorso agli ammortizzatori in deroga è oramai molto limitato anche per effetto delle nuove regole introdotte dal Governo. “La possibilità di richiedere non più di 5 mesi nell’arco di un anno e il divieto di utilizzarlo in caso di cessazione di attività, rende sempre più complicato l’uso di questo strumento nelle crisi aziendali.

E’ prevedibile un’ulteriore discesa degli interventi in deroga anche nella seconda parte di quest’anno – dichiara Maurizio Spina, segretario Cisl Abruzzo Molise. Almeno, però, c’è un dato positivo: il Governo, dopo aver sbloccato recentemente i pagamenti relativi al 2014, fermi all’aprile dello scorso anno, ha finalmente trovato le risorse anche per saldare il primo semestre di quest’anno. Per migliaia di lavoratori abruzzesi, dopo mesi senza lavoro e senza reddito, questa è la prima notizia positiva”.
La caduta degli ammortizzatori sociali è un altro indicatore di una ripresa economica della nostra Regione, ancora debole e incerta, ma confermata dal saldo positivo delle imprese che nel secondo trimestre di quest’anno, tra nuove iscrizioni e cessazioni, sono cresciute di quasi 900 unità. Rimane fermo tuttavia, con un saldo leggermente negativo, il comparto artigiano.
Ma le imprese abruzzesi non hanno ancora superato i momenti difficili –continua Spina, e tra aprile e giugno il dato delle procedure concorsuali (un centinaio tra fallimenti e concordati) pur in discesa, si mantiene sostenuto, molto più che nel resto del paese.

Anche i dati sull’occupazione presentano, insieme, aspetti positivi e negativi. Secondo l’Osservatorio Inps sul precariato, nei primi 5 mesi di quest’anno il divario (la forbice) tra assunzioni e cessazioni, che nello stesso periodo del 2013 era quasi inesistente, è decisamente cresciuto determinando un saldo attivo di 12.500 contratti.
Sale quindi l’occupazione, e sale soprattutto grazie ai nuovi contratti a tempo indeterminato, spinti dagli incentivi del Jobs act. “Anche in Abruzzo la nuova occupazione è stabile, ma è in gran parte sostitutiva e non aggiuntiva rispetto ai livelli dei periodi precedenti – afferma Maurizio Spina. I contratti a tempo indeterminato sono cresciuti quasi del 9% rispetto allo scorso anno, ma si fermano i contratti a termine e, soprattutto, crollano i contratti di apprendistato. Questo è un fatto spiegabile, ma non è certamente una buona notizia.”

Il contratto di apprendistato, in tutte le sue tipologie, non è mai decollato in Italia, nonostante gli interventi governativi che hanno pressoché azzerato i contributi previdenziali a carico delle aziende, senza riuscire tuttavia a superane le resistenze. Restano gli oneri formativi e procedurali, che incomprensibilmente ancora spaventano gli imprenditori.
“In una Regione che è in stallo demografico, che continua a decrescere anno dopo anno per effetto della bassa natalità, che vede la fascia di popolazione anziana, sopra i 65 anni, salire al 35% rispetto alla popolazione attiva (dai 15 ai 64 anni), uno dei pochi rimedi per rendere sostenibile il sistema economico e sociale è quello di aumentare gli occupati, specialmente tra i giovani e le donne – continua Spina.
La Cisl confida molto nel decreto legislativo appena approvato (D. lgs. 81/2015) che riforma i contratti di lavoro e rende effettivamente possibile l’accesso all’apprendistato agli studenti delle scuole superiori. Anche nella nostra Regione, con una disoccupazione al 13% ed una presenza elevata di giovani che non studiano e non lavorano, bisogna percorrere la strada dei tirocini formativi e dell’apprendistato in azienda, per rendere più agevole il passaggio dalla scuola al lavoro.
Ma è necessario adesso un confronto a tutto campo con imprenditori e istituzioni, locali e regionale: i nuovi ammortizzatori sociali, la riforma dei centri per l’impiego, l’individuazione di percorsi di politica attiva per ricollocare disoccupati e cassintegrati, il nuovo sistema duale introdotto dal Jobs act, i percorsi formativi e le altre misure previste da Garanzia Giovani richiedono una forte condivisione, degli impegni precisi delle parti sociali e istituzionali per rendere possibile il consolidamento della ripresa e per sostenere decisamente il rilancio di un’occupazione più stabile– conclude Spina.

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