Un intervento fatto sul filo di lana, a distanza di dieci anni dalla presentazione del progetto, che tuttavia dimostra come la Regione voglia poter dire ancora la sua sulla questione della centrale di decompressione della Snam da realizzare a Case Pente di Sulmona. Sebbene ci sia stato un nuovo nulla di fatto nella riunione di oggi alla presidenza del Consiglio dei Ministri, si è tentato comunque di verificare le eventuali possibilità per il superamento del diniego all’intesa formulato ormai da tempo dalla Regione Abruzzo. All’incontro erano presenti il sindaco di Sulmona, Giuseppe Ranalli, il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio De Crescentis, e i vertici del governo regionale, dal presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso, al vicepresidente Giovanni Lolli, all’assessore all’Ambiente Mario Mazzocca.
“L’elemento di novità”, ha detto Mazzocca, “è stata la richiesta, formalizzata direttamente dal Presidente D’Alfonso, di differire il procedimento di 45 giorni affinché la Regione possa esercitare il proprio diritto di formulare una propria specifica proposta in ordine alla variazione di ubicazione della Centrale Snam. Una proposta alternativa che si richiede essere connotata, oltre che da un adeguato livello di reale praticabilità, anche da un opportuno e necessario processo di coinvolgimento delle realtà locali. Una proposta che, pur se giunta ‘in extremis’ o in ‘Zona Cesarini’, come l’ha definita il direttore generale del Mise Dialuce, si ritiene possa ancora operativamente incidere nel processo di approfondimento tecnico-amministrativo del progetto in questione”.
Mazzocca, inoltre, ha detto che sono state pianificate due riunioni, una in Abruzzo e l’altra a Roma, durante le quali sarà presentata la nuova proposta su cui si cercherà la condivisione delle parti in campo, ovverosia il governo, la società ed i territori. Sulla ferma posizione espressa dalla Regione Abruzzo, che ha comunque trovato la convergenza dei pareri di tutti gli intervenuti, alcuni hanno sentito il dovere di rimarcare il fatto che fin dall’inizio delle ufficiali espressioni sul progetto, per un periodo di circa 10 anni (2005-2014) la Regione sia stata assente dai tavoli decisori di questo procedimento.
La riunione si è conclusa con l’impegno congiunto di tenere la successiva seduta a Roma il prossimo 14 settembre per la celebrazione della conferenza decisoria.