Teramo. Alberto Di Croce torna ad attaccare Gianni Chiodi, dopo aver rivelato il presunto ruolo del presidente dell’Abruzzo come sindaco effettivo (e, dunque, non supplente) della Pedicone Holding.
L’esponente dell’Idv di Teramo porta, infatti, alla luce la presunta possibilità, da parte del governatore, di assumere un numero illimitato di personale nella sua segreteria. Secondo Di Croce, infatti, Chiodi avrebbe abrogato ogni limite numerico alla dotazione organica dell’ufficio in questione, ossia il 10% previsto dalla legge regionale. Il politico si rivolge direttamente al presidente, chiedendo in proposito: “E’ vero che ciò è oggi possibile a causa di un emendamento proposto e votato dalla sua maggioranza, seguendo una procedura per nulla trasparente, alle cinque del mattino? Tant’è che il suo stesso capogruppo, facendo comprendere da chi provenisse il famigerato emendamento, ha dichiarato “cui prodest” … facendo intendere che conviene soltanto a lei e alla sua segreteria”.
Se queste supposizioni dovessero essere vere, Di Croce paragona la condizione abruzzese a “forme di ‘caudillismo’ sudamericano”, delle quali Chiodi dovrebbe rispondere dinanzi alla Corte dei Conti e alla collettività regionale. “Perché” conclude Di Croce “a fronte della sua ormai conclamata capacità di sperpero del denaro pubblico ci sono, in Abruzzo, ben dodici famiglie su cento sotto la soglia della povertà, alle quali certo lei non avrà riservato un posto presso la sua segreteria”.