Marinella Sclocco indignata per “quelli che alle 3.32 ridevano”

scloccoContinuano a creare indignazione e sgomento le terribili parole dell’intercettazione telefonica fra Gagliardi e De Vito Piscicelli, “quelli che alle 3.32 ridevano”. Marinella Sclocco, consigliere regionale del Pd, ha scritto una lettera aperta agli abruzzessi, che riportiamo di seguito interamente.

“Ho sentito il bisogno di scrivere al suo giornale una lettera ai cittadini abruzzesi per comunicare il mio sentimento riguardo al testo contenuto nelle intercettazione telefoniche relative alle indagini sulla ricostruzione, riportato dai principali organi di stampa.
Dinanzi a una crimine del genere si può rimanere in silenzio?
Io dico no e mi indigno con forza. Dobbiamo scrollarci di dosso la polvere dell’abitudine a tutto.
La miseria umana,  riassunta in quelle parole di una crudeltà inaccettabile, nulla ha a che fare con la dignità, la forza e la compostezza degli abruzzesi.
Ogni mio commento potrebbe sembrare banale, assuefatti come siamo alle distorioni e agli egoismi, ma ritengo che chi, come noi, ha  ruoli e funzioni nelle istituzioni deve contribuire a fermare questa deriva relativista.
Io mi indigno con forza! Mi indigno come essere umano, come cittadina, come donna.
Credo che ci siano alcuni delitti cosi inaccettabili che la comunità ha il dovere di gridare tutta la sua disapprovazione.
La solidarietà è una valore necessario soprattutto verso coloro che hanno subito ciò che ha subito il popolo aquilano: ci sono vite da ricostruire, case da ricostruire, scuole da ricostruire e noi dobbiamo adoperarci affinché questo lavoro sia fatto da uomini  onesti e consapevoli di partecipare ad un processo di rinascita di una comunità.
I rassegnati, gli indifferenti, gli avidi non vinceranno finché noi sapremo reagire, con convinzione, allo schifo e agli avvoltoi che vogliono sopraffarci.
Ho ammirato il vostro incredibile coraggio, ho assistito con commozione a tutti gli slanci di generosità provenienti da ogni parte del mondo, ho imparato da voi la dignità nel dolore.
Per questi motivi io non smetterò di indignarmi e vi chiedo, abruzzesi, se tutto questo è sopportabile.
Riusciremo a sovvertire un processo di imbarbarimento dal quale non saremo più in grado di salvare nemmeno i più giovani?
E’ davvero questo il Paese nel quale siamo contenti di vivere?
E’ giusto stare zitti?”

Marinella Sclocco

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