“La Regione non ha provveduto ad adeguare questo parametro dal 2001” hanno detto Ruffini e Di Luca, “il mancato adeguamento dei limiti di reddito sta determinando situazioni paradossali per gli assegnatari di edilizia residenziale pubblica. Vi sono figli sposati, con lavori precari che non potendo sostenere il costo di un affitto, vanno a vivere con genitori assegnatari di alloggi popolari”.
Una situazione sociale che produce, secondo i due consiglieri del Pd, distorsione per quest’ultimi soggetti, che con il loro modesto reddito, cumulato a quello dei genitori assegnatari, vanno a determinare l’innalzamento del reddito familiare, con il conseguente superamento del limite stabilito dall’art. 35 della L.R. 96/1996 e il conseguente avvio della procedura di decadenza.
“Tale inadempimento penalizza situazioni reddituali che sono comunque riconducibili a redditi modesti. Se la Regione Abruzzo avesse proceduto ad adeguare il limite di reddito previsto dalla L.R. 96/1996 per l’assegnazione e la permanenza in alloggi di edilizia residenziale pubblica, queste categorie sociali di assegnatari rientrerebbero nei limiti previsti dalla Legge” hanno aggiunto Ruffini e Di Luca “I redditi del 2001 non possono essere di certo riferiti a quelli di oggi. Il potere di acquisto delle famiglie è cambiato, come le esigenze di una famiglia media”.
Alla luce di questi episodi Ruffini e Di Luca hanno richiesto l’adeguamento del limite di reddito previsto dalla L.R. 96/1996 per l’assegnazione e la permanenza in alloggi di edilizia residenziale pubblica. Infatti per i due consiglieri “gli Ater stanno facendo accertamenti e rilevano decine di situazioni paradossali. Va poi ricordato che nella nostra Regione l’edilizia residenziale pubblica è ferma da tempo e non vi sono alloggi popolari per tutti i beneficiari”.