Matteo Renzi ha deciso di accelerare sull’approvazione della riforma elettorale in modo da arrivare al voto definitivo
L’Italicum è una legge sbagliata, peggiore persino del famigerato Porcellum. Consegna un potere enorme nelle mani di una minoranza senza predisporre i necessari bilanciamenti e contrappesi. Prefigura un premierato non forte ma fortissimo che cambia le regole del gioco politico squilibrando il meccanismo a favore di un singolo partito o, peggio, di un singolo leader. Il tutto reso ancora peggiore dalla combinazione con la riforma del Senato. Nessuna democrazia matura prevede o accetta sbilanciamenti così perniciosi.
Non è questo che serve all’Italia, che necessita sicuramente di riforme e revisioni anche costituzionali in
senso maggioritario ma nello spirito del bilanciamento tra i poteri e del rafforzamento della partecipazione popolare
e della rappresentanza. Elementi fondamentali che con l’Italicum non solo non vengono salvaguardati ma risultano al contrario mortificati. Basti pensare al mantenimento del meccanismo per i capilista che restano nominati dal capo e che di conseguenza, salvo una piccola parte, privano i cittadini del potere di scegliere i loro rappresentanti. Continueremo ad avere un Parlamento di nominati e non di eletti. Un sistema assurdo che vale per la maggioranza e, paradossalmente, risulta ancor più stringente per l’opposizione, in netto contrasto con le indicazioni date dalla Corte costituzionale.
La battaglia di Italia Unica travalica il perimetro dei partiti tradizionali e delle loro dinamiche interne, spesso
È principalmente al 50 e più per cento di italiani che non votano per sfiducia o disillusione nella politica
che ci rivolgiamo. Per dare loro voce, per invitare così tanti milioni di concittadini a unirsi a noi in una battaglia
a difesa dei principi democratici e costituzionali. Il partito della Nazione, il partito Unico rappresentano sbocchi