L’Aquila. “Non possiamo che esprimere un giudizio assai severo sulla lentezza pachidermica con cui non si sta procedendo alla ricostruzione delle case Ater nell’area del cratere”. Sono le parole di Maurizio Acerbo e Antonio Saia, consiglieri regionali di opposizione, dopo l’audizione di questa mattina in II commissione del commissario dell’Ater de L’Aquila, Piergiorgio Merli e del coordinatore del “Mia Casa d’Abruzzo”, Pino Rapagnà.
La sistemazione delle abitazioni classificate A, B e C non sarebbe, infatti, ancora partita, nonostante, dallo scorso 30 novembre, l’Ater avrebbe rimesso a disposizione della Regione i progetti relativi all’edilizia residenziale pubblica.
“Perché da allora non si è mossa più una foglia?” sono le domande sollevate dai due politici. “Quali sono i problemi che hanno impedito di appaltare i lavori per i quali c’è ampia disponibilità di fondi? Forse bisogna prima mettersi d’accordo su chi deve avere il controllo sugli appalti e gli incarichi?”.
Acerbo e Saia accusano il centro-destra di aver voluto evitare di proposito il Consiglio regionale e che le stesse commissioni esercitassero in pieno le proprie funzioni in relazione alla ricostruzione.
“Questo non è più tollerabile” continuano i due consiglieri. “Ricordiamo, inoltre, che si pone con urgenza la questione della messa in sicurezza dei circa 6mila alloggi di edilizia residenziale pubblica in tutta la Regione ricadenti in zone ad alto rischio sismico. Invitiamo, dunque, il presidente della II commissione, Ricciuti ad accantonare l’esame di provvedimenti per i quali non vi è nessuna fretta e di dubbia utilità, come la legge urbanistica e a dare assoluta priorità alle questioni del post-terremoto”.
Atti di indirizzo, dunque e ruolo di maggiore controllo da parte del Consiglio regionale è quanto chiesto da Maurizio Acerbo e Antonio Saia. “Non è accettabile” spiegano, infatti, i due “che l’architetto Fontana vada a presentare delle linee guida ai comuni senza averle nemmeno preventivamente poste all’esame in commissione”.