Pescara. “Ad oggi le uniche certezze prodotte dalla nascente azienda unica per il trasporto pubblico sono un contenzioso da 700 mila euro e un aumento consistente dei costi del Cda che se prima ammontava a 296 mila euro (con 3 diversi Cda) oggi, con un unico organismo dirigente, costerà ben 396 mila euro (ai quali andranno aggiunti i rimborsi spesa)”.
E’ quanto dichiarano i Consiglieri regionali di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo e Emilio Iampieri durante una conferenza stampa sull’Azienda Unica per il Trasporto pubblico alla quale ha partecipato l’On. Fabrizio Di Stefano.
“Stiamo parlando di un progetto di riforma – dichiara Sospiri – che riguarda la seconda voce di spesa per la Regione Abruzzo dopo la Sanità. Questa società unica è stata lanciata con 3 obiettivi: eliminare i costi della politica, rendere il servizio più efficiente superando le sovrapposizioni, salvaguardare i rapporti sindacali rendendo più produttiva l’azienda. Dobbiamo ancora capire come lo faranno ma è certo che quando lanceranno questa come una riforma epocale staranno mentendo.
A oggi non c’è nessun piano industriale ma solo un documento di sintesi di 106 pagine per il quale due tecnici hanno chiesto 700 mila euro. La nostra intenzione è portare la discussione all’interno dei Consigli comunali e per questo sono presenti i Consiglieri di Pescara Vincenzo D’Incecco e Fabrizio Rapposelli. Non viene specificato infatti quali linee non saranno più sovrapposte. Altra questione riguarda la filovia, in particolare i lotti II e III, per la quale sono state spese solo 4 righe”.
“Stiamo cercando di far capire che quella che è stata presentata come una grande riforma – precisa Mauro Febbo – non si capisce come e se porterà i frutti che loro sperano. Si parla di un risparmio notevole che non riusciamo a vedere. Con gli atti che ci hanno portato ieri, emerge una parcella da costerà 700 mila euro per fare una stima sui conferimenti delle tre società, Arpa, Gtm e Sangritana, su indicazione del Tribunale (ai sensi ex art.2343 Cod. Civ.), commissionata a due professionisti abruzzesi.
Perché non è stato fatto un accordo prima? Dall’atto costitutivo emerge che il Cda (presidente + 4 membri) costerà 396 mila euro più i rimborsi; dov’è il risparmio? Prima i 3 Cda insieme ne costavano 296.071 euro. Noi avevamo chiesto che fosse istituita la figura dell’amministratore delegato e un Cda con 3 membri. Non capiamo poi come si farà a ridurre i sui costi per il personale: si parla di un risparmio di 2,5 milioni di euro ma poi hanno pubblicato un bando per 250 nuovi autisti.
L’unico dato certo riguarda il prezzo del biglietto unico che costerà il 5% in più dal 18 maggio: quello che stanno facendo quindi lo pagheranno gli utenti. Ieri si è tenuta la seduta della I e II Commissione unificate e abbiamo ottenuto un grande risultato con l’aiuto di parte della maggioranza: il regolamento dovrà passare per il Consiglio regionale. Inoltre abbiamo ottenuto che venissero indicate oltre alla sede legale di Chieti anche le sedi operative di Pescara e Lanciano. Quindi aumentano i costi politica, cresce il prezzo del biglietto ma rimangono tanti dubbi”.
“Abbiamo fissato i tetti di spesa – precisa Emilio Iampieri – che non erano previsti, mentre è stato respinto il nostro emendamento che chiedeva un Cda con 3 soli membri. Così come avevamo chiesto che il Collegio sindacale fosse un organo autonomo rispetto al socio Regione Abruzzo (e quindi dal Presidente) ed è stato accolta solo parzialmente la nostra proposta: uno dei tre membri sarà estratto a sorte”.
“Siamo di fronte a un’incredibile approssimazione – precisa l’On. Di Stefano – con il serio rischio che questa riforma distrugga il trasporto pubblico locale abruzzese.
Stiamo ancora aspettando che D’Alessandro risponda ai nostri quesiti, come avverrà il riallineamento degli emolumenti del personale? Ci sarà riallineamento degli stipendi a quelli dell’Arpa, che sono i più bassi, o a quelli più alti della Sangritana? In quest’ultimo caso, considerando che i dipendenti di Arpa sono di gran lunga più numerosi, si rischia un aumento esponenziale dei costi per il personale. Inoltre oggi i sindacati non dicono nulla sugli esuberi mentre tra l’altro si fanno nuove assunzioni.
Probabilmente hanno avuto delle rassicurazioni. Siamo convinti che di qui a poco tempo si creerà una situazione caotica e ingestibile e a D’Alfonso andrà l’unico merito di aver fatto crollare il trasporto pubblico abruzzese. Ora mi chiedo: non è che il passaggio successivo, così come avvenuto in altre regioni “rosse”, sia l’ingresso di grandi gruppi privati ricollegati alla solita filiera? E in quest’ultimo caso, quale tutela per i vettori privati abruzzesi?”.
“Il centro destra non ha diritto alla parola sulla società unica dei trasporti. Ci troviamo di fronte a persone che nel 2011 avevano approvato in Giunta il progetto di fusione, diventato poi legge nel 2012, guardandosi bene dal realizzarla, con il risultato di aver portato al fallimento Arpa, e per la stessa via le altre societa’”. E’ la risposta polemica del consigliere delegato, Camillo D’Alessandro, alle affermazioni dei consiglieri regionali di Forza Italia.
“Di tutto ciò – riprende D’Alessandro – è consapevole il consigliere regionale, Emilio Iampieri, che oggi fa conferenze stampa e ieri il componente del cda dell’Arpa, all’epoca in cui si scrivevano crediti falsi che diventavano debiti veri e si acquistavano autobus senza copertura finanziaria che, oggi, incidono per 89 milioni di euro l’anno sul bilancio di Arpa”.
Sulla questione dei costi del Cda, D’Alessandro avverte che “è stato proprio il consigliere Febbo, in Commissione, con tanto di verbale alla mano, che ricorderemo a tutti lunedì in Consiglio, a evidenzare che il presidente di una società con 1600 dipendenti – perchè questo sarà la società unica – dovesse avere uno stipendio adeguato. La maggioranza ha accolto quella osservazione ed in Commissione si è arrivati ad un testo condiviso. Appare strano che oggi si imputino costi eccessivi del Cda, anche se Febbo ne e’ stato il primo proponente”.
D’Alessandro procede spiegando che “Arpa era tecnicamente fallita, Sangritana non lo era solo perchè ogni chilometro veniva retribuito dalla Regione con circa 11 euro, mentre Gtm con 4 euro, Arpa con due euro. Se solo si fosse applicato un rimborso uguale per tutti Arpa avrebbe avrebbe migliorato i conti e Gtm e Sangritana sarebbero immediatamente fallite.
Tanto è vero – spiega D’Alessandro – che è stata la Sangritana a chiedere pubblicamente, negli anni passati, di essere parte e dentro il progetto di un’unica società, proprio perchè l’esclusione dal ferro avrebbe comportato, nel giro di pochi mesi, il fallimento dell’azienda”. Il consigliere delegato si sofferma poi sul personale. “Abbiamo avviato con le organizzazioni sindacali un confronto che ha l’obiettivo di arrivare alla definizione di un nuovo contratto unico, per la futura societa’ unica, in modo da superare i tre attuali.
Per garantire i lavoratori faremo in modo di incidere non sulle competenze economiche a loro spettanti ma sulla produttività, ovvero sulla riorganizzazione del lavoro. Non ci saranno esuberi, saranno salvaguardati i livelli occupazionali e la retribuzione, ma tutti saranno chiamati a lavorare di più e allo stresso modo, ponendo fine a disparità tra le tre società, oggi non più sostenibili.
Fatto questo dovremo arrivare al 2019 ad avere una societa’ organizzata ed efficientata, capace di vincere le gare o di poter gestire un affidamento diretto e non certo agli attuali costi ma a quelli standard che il legislatore ci impone”. Infine D’Alessandro: “La società unica di fatto ha salvato 1600 posti di lavoro, ora si deve occupare dell’utenza. Le riforme si fanno per i cittadini e questo sarà il nostro scopo ultimo.
Di tutta questa storia da un lato, con il Centro destra, rimarrà traccia della spartizione di poltrone e potere, cause del fallimento del sistema trasportistico abruzzese; dall’altro, tra qualche anno, a nostro favore, sara’ chiaro il coraggio di oggi che produrrà risultati. Lunedi’ – conclude D’Alessandro – in Consiglio mi divertiro’ a raccontare verita’ nascoste a cui loro saranno chiamati a rispondere, ben sapendo che hanno gia’ da scontare la condanna di non aver fatto cio’ che potevano fare”.