Lo stato di salute dell’export del settore agroalimentare è stato illustrato, con dovizia di particolari, dall’assessore regionale all’agricoltura Mauro Febbo e da Daniele Becci, presidente del centro estero delle Camere di commercio abruzzesi. Se il prodotto abruzzese più gettonato all’estero continua a essere la pasta, non può essere sottaciuto un aspetto interessante: nel 2009 il vino abruzzese, nel campo delle esportazioni, ha fatto registrare una crescita del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato merita di essere ulteriormente approfondito, visto che a libello nazionale il settore vitivinicolo, nel 2009, ha fatto registrare una diminuzione in termini di esportazione del 5,7%, e alcune delle regioni che storicamente rappresentano il traino in questo specifico settore produttivo, negli ultimi mesi hanno visto ridurre la propria fetta di mercato. Nell’occasione, oltre ad analizzare i dati delle esportazioni, l’assessore Febbo ha anche presentato le attività di promozione per il 2010 del comparto agroalimentare. “Il programma è il frutto di una forte sinergia tra Regione, Arssa, Centro Estero delle Camere di Commercio e privati”, ha spiegato l’assessore Febbo, “e vedrà il meglio della produzione agroalimentare regionale apparire negli stand di almeno una decina tra le più importanti manifestazioni fieristiche del mondo”. Infatti, si va dal Winter Fancy Food di San Francisco al Prodexpo di Mosca, dal Foodex Japan di Tokio all’International Food & Drink Expo di New Delhi. Intanto, il prossimo 16 febbraio si farà tappa anche a Pescara con il Road Show dei Vini. “Tuttavia”, ha rivelato l’assessore Febbo, “stiamo lavorando anche per essere presenti a Shangai in Cina in collaborazione con l’assessorato allo Sviluppo economico. Del resto, oltre ai consueti mercati internazionali ci interessa far conoscere i nostri prodotti di eccellenza anche a quelli emergenti come India e Brasile soprattutto per quanto riguarda i vini”. Il costo dell’intera operazione è di 825 mila euro. E’ pari a 253 mila euro l’apporto finanziario della Regione mentre il Centro Estero delle Camere di Commercio copre una quota di 229 mila euro. I restanti 333 mila euro sono a carico dei privati. “Spesso l’agroalimentare abruzzese viene identificato solo con pasta, vino e olio d’oliva – ha precisato Febbo – ma non è corretto visto che, ad esempio, nel 2008, la voce principale dell’export regionale è costituito da altri prodotti, soprattutto ortaggi, per il 35,47%”.