Pescara. “La sanità non deve finire nel vortice dello sterile battibecco politico e non ci sono fucilieri che fanno ballare a ritmo di lanci di bengala”. Lo afferma il presidente della commissione consiliare Sanità, Mario Olivieri, in relazione agli articoli di stampa sulla questione dei punti nascita.
“Siamo tutti d’accordo – ha detto Olivieri – che la questione è offrire servizi adeguati all’utenza e non penalizzare i territori, mettendo a rischio la vita dei pazienti. Su questo è sciocco distinguere tra buoni, che vogliono sposare una causa a prescindere dall’efficacia di quei servizi, e cattivi che devono necessariamente rispondere amministrativamente e contabilmente ai parametri di efficienza imposti da una norma dello Stato”.
Secondo il presidente Olivieri, “come rappresentanti del territorio diamo voce ai disagi dei cittadini, alle paure di perdere punti di riferimento fondamentali, ma allo stesso tempo cerchiamo di coniugare le esigenze della riorganizzazione dei servizi all’utenza con un sistema sanitario regionale ideale, che funzioni come una filiera per offrire ai pazienti la possibilità di cura totalmente nella nostra Regione, in sicurezza e con l’ottimale grado di risposta alla domanda di salute”.
Febbo (Fi) replica ad Olivieri
“Sono molto meravigliato e allibito che il presidente della Commissione Sanita’ e consigliere regionale della provincia di Chieti, Mario Olivieri, rilasci dichiarazioni non corrispondenti alla realta’ inerenti l’ospedale di Ortona e il suo reparto di maternita’”. Questo il commento del presidente della Commissione Vigilanza e consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo. “Affermare testualmente di ‘essere d’accordo nel chiudere il reparto di Ortona’ da parte di Olivieri dimostra sicuramente che non conosce la realta’ dei fatti e soprattutto non ha letto i dati forniti dall’Agenzia Regionale Sanitaria e quelli del Comitato Lea (Comitato per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza), dove si evince come l’ospedale Bernabeo non solo raggiunge lo standard minimo dei 500 parti l’anno, ma nel 2014 ne registra ben 554. Anzi, invito il consigliere regionale eletto nella provincia di Chieti, a confrontarsi direttamente con la struttura e il personale, dove si rendera’ conto che il nosocomio di Ortona, durante l’anno, conta appena 200 parti in meno del presidio di Vasto. E’ doveroso evidenziare come nella struttura siano rispettati tutti i parametri della sicurezza richiesti, ma anche qui basta documentarsi. Inoltre – aggiunge Febbo – dovrebbe anche conoscere l’investimento finanziario messo in cantiere per l’ospedale di Ortona, pari a circa 6 milioni di euro, con l’obiettivo di realizzare l’Ospedale per la Donna. Per questo la chiusura del punto nascita significherebbe non solo non difendere la citta’, ma anche il diritto alla salute delle gestanti e dei neonati. Tra l’altro, come ho gia’ denunciato ed evidenziato, l’eventuale chiusura di Ortona significherebbe andare a ingolfare gli ospedali di Chieti e Lanciano, con tutte le prevedibili conseguenze negative sulla fornitura di servizi e assistenza, che gia’ lavorano al 30 per cento di di sopra del limite. Pertanto – conclude il consigliere – prima di lasciarsi andare a facili annunci e visto che auspica, come si evince sempre dalle sue dichiarazioni, un ‘metodo’ e ‘condividere con i territori’, invito lo stesso Olivieri a convocare finalmente e immediatamente una Commissione della Salute straordinaria, visto che n’e’ il presidente, portando all’ordine del giorno la riorganizzazione regionali dei punti nascita dove, credo, sia opportuno confrontarsi senza lasciarsi incantare dalle false promesse del suo presidente”. (